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ELEMENTI DI PSICOLOGIA DEI MERCATI


In finanza, la loss aversion è un concetto che si riferisce alla tendenza generalizzata delle persone a preferire di evitare una perdita piuttosto che “rischiare” di incassare un guadagno. Alcuni studi hanno dimostrato che le perdite sono psicologicamente due volte più potenti rispetto ai guadagni. In sostanza, questo significa che in generale chi perde 100 euro avrà un “tasso di insoddisfazione” più elevato rispetto al “tasso di soddisfazione” di chi ha guadagnato 100 euro. Razionalmente, invece, le due reazioni dovrebbero essere speculari. Il concetto di loss aversion è nato dopo una serie di esperimenti condotti da Kahneman, Knesch e Thaler e descritti nello studio Expirimental Test of the endowment effect and the Coase Theorem del 1990.
Prendiamo un altro esempio: preferireste ottenere uno sconto del 10% su di un bene che volete comprare, oppure evitare un sovrapprezzo sullo stesso bene pari al 10%? A rigor di logica, il risparmio è esattamente lo stesso. Eppure gli esperimenti di Daniel Kahneman e colleghi hanno dimostrato che il consumatore medio dà irrazionalmente molta più importanza allo sconto, esattamente come l’investitore medio dà più importanza a 100 euro di capitale preservato piuttosto che a 100 euro di capitale guadagnato.
Uno degli effetti che produce la paura di perdere, è quello di sbagliare le tempistiche nelle proprie manovre di investimento. Certo non è facile prendere le giuste decisioni. In genere gli investitori esitano a convertire una perdita potenziale in una perdita reale; tendono a mantenere le stesse posizioni anche se sono in rosso, nella speranza che la tesi originaria su cui si sono basati si rivelerà giusta alla fine, peggiorando spesso la situazione. Oppure, alternativamente, liquidano le proprie posizioni troppo in fretta, monetizzando così una perdita che poteva essere evitabile.
Negli ultimi anni, gli ETF, o replicanti, (exchange-traded fund (più noti con il loro acronimo ETF) sono fondi comuni di investimento oppure Sicav, negoziati in Borsa e caratterizzati da una gestione passiva in quanto replicano l'andamento di un determinato indice. Con gli ETF è possibile investire in molti settori dell'economia mondiale riguardanti la liquidità, i mercati obbligazionari, i mercati azionari e le materie prime. Negli Stati Uniti sono negoziati già dagli anni '90, in Italia sono stati quotati a partire dal 2002. Hanno guadagnato molto spazio nei portafogli degli investitori (sia retail che istituzionali), mentre i fondi gestiti attivamente l’hanno perso. “La crescente disillusione verso la gestione attiva ha spinto gli investitori verso la pura e semplice replica del mercato”, afferma Lee Davidson, analista Etf di Morningstar in una nota. I bassi costi, la trasparenza e la liquidità degli Etf, hanno fatto il resto.
“Eliminando la gestione attiva, gli investitori hanno ridotto nei propri portafogli l’influenza delle cognitive biases (distorsioni cognitive), che fanno inevitabilmente parte della natura umana e non posso essere cancellate del tutto”, prosegue Davidson. È importante sottolineare l’utilizzo del verbo “ridurre”, in quanto anche l’investitore che costruisce un portafoglio totalmente a replica passiva deve prendere delle decisioni, le quali saranno sempre soggette a distorsioni cognitive. Cosa fare? E’ importante essere consapevoli di queste distorsioni per minimizzarle.
Ma come applicare questi concetti alla pratica? “Innanzitutto, occorre cambiare il concetto di guadagno o perdita”, commenta l’analista Morningstar. “Di solito confrontiamo il valore dei nostri investimenti con il prezzo a cui li abbiamo comprati, una specie di ancoraggio mentale. In realtà, la finanza comportamentale ci dice che dovremmo confrontarli con il rendimento del mercato, ovvero quel rendimento che otterremmo senza prendere nessuna decisione o senza mettere in atto alcuna strategia, ma semplicemente replicando il mercato”. Dunque, in questo caso, i guadagni o le perdite rappresenterebbero i risultati di una strategia attiva, che si prefigge di battere il mercato, ma che spesso fallisce. “La loss aversion si trova nel suo stato più potente e influente sulla psiche di un investitore quando una strategia attiva fallisce”.
Gli Etf offrono una mano in questo caso, permettendo di minimizzare la loss aversion. “L’utilizzo di replicanti elimina il bisogno di verificare periodicamente se l’asset allocation batte o meno il mercato, visto che per definizione replicano quello stesso mercato”, conclude Davidson.
Valerio Baselli – Trend-online




ASPETTANDO LA MANOVRINA DI PRIMAVERA


Cerchiamo, prima di tutto, di riassumere la situazione. La Grecia, tecnicamente fallita da un paio d’anni, viene mantenuta a galla dall’aiuto da parte dell’Efsf e del FMI consistente in 130 miliardi (da ratificare comunque a marzo). Il motivo dell’accanimento terapeutico da parte dell’Europa sul paese ellenico è da ricercarsi nel timore di un default disordinato, un ritorno caotico alla dracma ed un effetto domino sui paesi periferici dell’eurozona. Ma il temporaneo salvataggio – che non impedirà il default soft del paese – è ricco di incognite e aspetti negativi. Oggi la borsa di Milano è crollata e con essa soprattutto i titoli bancari. L’Italia, come gli altri stati che adottano la moneta unica, parteciperà al prestito di 130 miliardi per un 17% circa, per  un ammontare di quasi 20 miliardi di euro. E’ un salasso non da poco. Salvare temporaneamente la Grecia non rappresenta per noi unicamente un costo immediato (i 20 miliardi di cui sopra), ma anche una pericolosa incognita:  come accoglieranno i creditori privati lo “swap” (il cambio) applicato ai titoli di stato insolvibili? Si andrà da un 50 ad un 53%, tale sarà il taglio al valore nominale che dovranno subire i creditori di Atene. Se si considera, inoltre, che nel caso della Grecia i Credit default swap (CDS) le polizze assicurative sui crediti di difficile esigibilità, avranno un peso molto relativo, è presumibile che i creditori stranieri di Atene non saranno affatto disponibili a subire un haircut del 50%. Tutto questo ci conduce diritti diritti verso il default propriamente detto (la lettera “D” delle agenzie di rating), con la conseguente ristrutturazione forzata del debito sovrano. In altre parole, i creditori dovranno subire il taglio per forza, ob torto collo, ma per la Grecia significherà la fine di questa inutile agonia, la bancarotta totale, l’uscita forzata dall’Euro, il ritorno ad una dracma che sarà solo carta straccia. Il solito spread, che conserva comunque una grande importanza, non riesce a scendere, per l’Italia, al di sotto dei 360 punti. Se a questo scenario vogliamo aggiungere l’ennesimo ribasso della stima del Pil dell’Europa, con l’Italia in recessione del 1,3%, seconda solo a Grecia e Portogallo, il quadro è quasi completo. Draghi, sempre più preoccupato, sollecita una riforma strutturale del lavoro e, udite udite, ancora austerity. Il decreto sulle liberalizzazioni sta sfumando ancor prima di vedere la luce, annacquato com’è dalle consorterie, dalle cricche, dalle lobbies nazionali, primi fra tutti taxisti e farmacisti, che ne escono trionfatori. La riforma del lavoro, che in Spagna è già stata approvata, in tempi brevissimi e con profonde modificazione della previgente legislazione, da noi stenta a decollare, con i conservatori della CGIL che non hanno ancora capito in che cosa consiste una contrazione economica mondiale, e in che cosa consiste il mercato del lavoro in un modo globalizzato. La posizione di Monti appare indebolita, soggetta eccessivamente alle pressioni della politica e delle cricche. Monti non deve dimenticare di occupare quella posizione proprio per fare quello che i politici di casa nostra non hanno il coraggio o la capacità di fare. Se non dimostrerà, con un colpo di coda, di essere in grado di mettere mano alle riforme destinate ad avere un riflesso sulla crescita, il suo lavoro sarà inutile, le sue manovre avranno un effetto solo depressivo. Ci permettiamo di essere pessimisti. In Spagna non governano i tecnici, ma i politici, eppure l’esecutivo spagnolo ha saputo fare prima e meglio del governo cosiddetto “tecnico” del nostro paese. Monti avrà un bell’aplomb e una bella faccia rassicurante, ma non bastano le buone maniere per generare sviluppo in un paese che è francamente in recessione. Ci spingiamo a fare una previsione, neppure troppo difficile: a primavera arriverà una seconda “manovrina” correttiva, fatta di tasse e nuove imposizioni fiscali. Volete scommettere? Sarà presente , per la gioia di tutti noi, anche un ritocco, un maquillage, anche sulla previdenza, tanto per cambiare. Monti sta dimostrando una debolezza che non ci aspettavamo. Non ci sono tassisti, non ci sono farmacisti, notai, avvocati, commercialisti che tengano: le liberalizzazioni dovevano andare a vanti senza guardare in faccia nessuno. Si è scelta la linea morbida, timorosi della reazione delle cricche di cui sopra, e allora la strada più semplice per ottenere un risultato immediato quanto effimero sarà quella di un’altra manovrina, nonostante le smentite di Monti stesso, cui, per la verità, sono in pochi a credere. I sacrifici saranno richiesti ai soliti poveri cristi, i farmacisti continueranno a nuotare nell’oro, e  un’altra manovra fiscale, non in presenza di una altrettanto robusta riforma delle liberalizzazioni e del mercato del lavoro servirà solo a fare impennare l’inflazione, rincarare la benzina, deprimere  i consumi che, al punto in cui siamo arrivati, saranno prossimi allo zero assoluto. In buona sostanza: si ristabilisce il circolo vizioso della recessione in assenza di crescita. Se tra un paio di mesi Mario Monti dovesse prospettare una manovra di questi tipo ci auguriamo, se non altro, che abbia il buon gusto di dimettersi  e che si vada immediatamente ad elezioni: se questi sono i tecnici, supponenti quanto inconcludenti, ci teniamo i politici, non saranno dei fulmini di guerra, ma almeno ce li scegliamo da soli.



L'IMPORTANZA DELL'ANALISI TECNICA IN FINANZA


L’analisi tecnica è lo studio del movimento dei mercati finanziari allo scopo di prevederne le tendenze future dei prezzi, mediante principalmente metodi grafici e statistici. Originariamente l’analisi tecnica fu applicata soltanto al mercato azionario, ma la sua diffusione si è gradualmente estesa al mercato delle materie prime, a quello obbligazionario, a quello valutario e agli altri mercati internazionali. Lo studio del movimento dei mercati finanziari include le tre fonti principali di informazioni disponibili all’analista: prezzo, volume e open interest. Il termine “movimento dei prezzi” risulta quindi troppo limitato per un’analista tecnico che considera anche volume e open interest quali parti integranti dell’analisi del mercato.
A cosa serve Il compito principale dell’analisi tecnica è quindi quello dell’identificare un cambiamento di tendenza ad uno stadio iniziale, mantenendo una posizione di investimento fino a quando non vi sia prova che la tendenza stessa sia di nuovo invertita.
Gli investitori che la applicheranno avranno un’operatività nettamente differente da quelli che invece applicheranno una più semplice e comune tecnica chiamata buy and hold (o cassettista), che consiste invece nell’acquistare e immobilizzare la posizione per lungo tempo.I vantaggi dell’analisi tecnica rispetto a questa strategia risultano particolarmente evidenti in periodi in cui i mercati non fanno registrare alcun progresso netto, evidenziando comunque notevoli fluttuazioni.
I casi più lampanti che si possono ricordare sono quelli dell’indice Dow Jones Industrial Average durante il periodo 1966-1982.
Alla fine del 1982 il valore dell’indice si discostava di poco da quello segnato nel lontano 1966, registrando però al suo interno cinque importanti cicli al rialzo.
Un investitore che fosse stato così fortunato da vendere in corrispondenza dei cinque massimi ed acquistare ai minimi avverrebbe visto crescere il suo investimento di $ 1000 nel 1966 sino a $ 10.000 entro l’ottobre del 1983 (senza considerare però costi di transazione ed imposte).
Nello stesso periodo un cassettista con strategie di acquisto e immobilizzo avrebbe guadagnato solo $ 250.
Un altro esempio di quanto affermato si ha sull’andamento dell’indice Comit dal 1973 al 1996; particolarmente significativo appare il decennio 1986-1996 durante il quale l’indice non ha fatto registrare alcun progresso.
In questo periodo una strategia buy and hold avrebbe fatto registrare una performance addirittura negativa, mentre una strategia che avesse individuato i principali punti di svolta avrebbe consentito notevoli guadagni.
Naturalmente è impensabile riuscire ad acquistare esattamente nei punti di minimo e vendere nei punti di massimo, ma questi semplici esempi costituiscono una verifica delle potenzialità di questo approccio.
Le finalità dell’analisi tecnica sono quelle di identificare la direzione di un trend e di segnalare tempestivamente quando è prossima una sua inversione; dal momento che è impossibile concepire un solo strumento capace di segnalare tutti punti di svolta ciclici ne sono stati costruiti molti che non si limitano solamente a quelli di tipo grafico, ma anche in campo quantitativo e statistico.
Si tratta, in termini generali, di un insieme di indicatori, definiti come funzioni di prezzi e volumi precedenti; il raggiungimento di un certo valore prestabilito come soglia segnala l’opportunità di un acquisto o di una vendita.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di procedimenti sviluppati e raffinati negli Stati Uniti a partire dagli anni 30, che nel corso di oltre settant’anni hanno determinato insieme di regole che costituiscono un concentrato di esperienze operative di migliaia di operatori.
Fonte: tradingnostop



CONTRORDINE: PER ORA NIENTE ICI ALLA CHIESA (breve riassunto delle novità fiscali)

Mario Monti studente presso i Gesuiti
Destinare il gettito della lotta all'evasione per gli sgravi delle famiglie, una lista nera per i furbetti dello scontrino, potenziare i controlli sulle finte Onlus e multe fino al 40% per chi esporta capitali all'estero. Queste alcuni dei provvedimenti previsti dalla bozza del dl semplificazioni fiscali che sarà esaminato venerdì 24 febbraio in Consiglio dei ministri.

Aumento detrazioni familiari: a partire dal 2014 le risorse che nel 2012 e nel 2013 arriveranno dalla lotta all'evasione fiscale verranno destinate a misure, anche non strutturali, a favore delle fasce deboli, con particolare riferimento all'incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico.

Assente Ici Chiesa: Al momento non c'è l'introduzione dell'Ici sugli immobili della Chiesa e del no-profit. Monti ha spiegato che "dobbiamo ancora ragionare sul provvedimento" prima di passare ai fatti. Figura, però, una norma strettamente correlata: arriva un potenziamento dei controlli del Fisco sul Terzo settore con l'obiettivo di stanare le finte Onlus.

Imprese: in arrivo inoltre la semplificazione degli adempimenti per le imprese che operano con i Paesi a fiscalità privilegiata. La comunicazione all'agenzia delle Entrate delle cessioni di beni e prestazioni di servizi nei confronti di operatori economici degli Stati inseriti nella black list del Fisco sarà obbligatoria solo se queste operazioni supereranno l'importo di 500 euro.

No spesometro oltre 3mila euro: niente più spesometro per gli acquisti e i servizi ai fini Iva oltre 3mila euro per i quali torna invece l'elenco clienti e fornitori che obbliga a comunicare al Fisco tutte le transazioni effettuate con l'obbligo di emissione della fattura, cioè le operazioni fra imprese. Per le operazioni nei confronti dei privati la soglia resta fissata in 3.600 euro.

Tempi duri per i furbetti dello scontrino: chi ripetutamente viene segnalato per non aver emesso ricevuta o scontrino fiscale finirà in una sorta di black list su cui l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza potranno concentrare i propri controlli. E' quanto prevede una norma del pacchetto antievasione contenuta nell'articolo 9 del dl semplificazioni fiscali.

Stretta compensazioni Iva: arriva una nuova stretta sulle compensazioni dei crediti Iva con la riduzione da 10mila a 5mila euro della soglia per l'invio preventivo all'amministrazione finanziaria della dichiarazione che attesti il diritto al credito da portare in compensazione. E' quanto prevede il pacchetto antievasione contenuto nell'articolo 9 della bozza del dl semplificazioni fiscali. La norma produce i suoi effetti già sul credito 2011 e 2012.

Rateizzazione debiti tributari: potranno essere rateizzati in maniera flessibile. E' quanto prevede la bozza del dl semplificazioni all'esame del Consiglio dei ministri di venerdì. E' prevista, inoltre, la dilazione dei pagamenti in caso di decadenza dalla rateazione. "Il debitore - si legge - può chiedere che il piano di rateazione preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno".

Multe: verrà punito in maniera più pesante chi verrà sorpreso a esportare capitali all'estero oltre la soglia consentita di 10mila euro. Le sanzioni potranno arrivare fino al 40%. La violazione, si legge, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria: "dal 5 al 20 per cento dell'importo trasferito o che si tenta di trasferire in eccedenza rispetto alla soglia se tale valore non è superiore a 10 mila euro; dal 20 per cento al 40 per cento dell'importo se tale valore è superiore a 10 mila euro".

Domicilio fiscale: salta l'obbligo di indicare il domicilio fiscale negli atti presentati all'amministrazione finanziaria. La precisazione dell'indirizzo dovrà essere indicata "solo ove espressamente richiesto".

Partite Iva inattive: scatta la cessazione d'ufficio per le partite Iva inattive. "L'Agenzia delle Entrate - si legge nella bozza - sulla base dei dati e degli elementi in possesso dell'Anagrafe tributaria, individua i soggetti titolari di partita Iva che, pur obbligati, non abbiano presentato la dichiarazione di cessazione di attività" e "comunica agli stessi che provvederà alla cessazione d'ufficio della partita Iva".
Fonte: Tradingnostop




NON SIAMO LA GRECIA, MA NEPPURE LA GERMANIA


Alla fine è stata una lunga serie di goffaggini a costringere Christian Wulff alle dimissioni.
Tutta la vicenda ha avuto inizio a metà dicembre 2011, quando Bild ha rivelato un'imprudente telefonata fatta dal presidente al direttore del giornale, Kai Diekmann, in cui gli chiedeva di rinunciare o almeno di rinviare la pubblicazione di un articolo imbarazzante che lo riguardava.

In assenza del direttore, il presidente ha lasciato un duro avvertimento sulla mail del giornalista, in cui minacciava anche azioni legali. Ma la direzione del quotidiano non si è fatta intimidire e il giorno dopo è uscito l'articolo in cui si rivelava che, per la costruzione della sua villa, il capo dello Stato, quando era ancora governatore della Bassa Sassonia, aveva ottenuto dalla moglie di un amico imprenditore un prestito di 500mila euro a un tasso del 4% (di poco inferiore, del resto, a quello che gli avrebbe concesso qualunque banca).

A destare scandalo non è stato tanto il prestito, quanto il pesantissimo intervento di Wulff nei confronti del giornalista, inteso come un tentativo di limitazione della libertà di stampa. Ma da quel momento i media hanno iniziato a martellare l'opinione pubblica con una serie di rivelazioni imbarazzanti, tra cui quelle di alcune vacanze all'estero trascorse dalla famiglia Wulff nelle ville di imprenditori amici.
In Italia, viceversa, la denuncia della Corte dei Conti, proprio nell’anniversario di “Mani pulite”, arriva come una doccia fredda. Secondo una felice definizione di Di Pietro “la corruzione era un cancro, ora è una metastasi”. In effetti, dopo l’azzeramento politico di allora, la moltitudine di indagini, arresti, condanne, a vent’anni di distanza possiamo dire, non senza malinconia, che il fenomeno corruttivo non solo non è diminuito, ma si è moltiplicato. E non si dica che una volta si rubava per il partito ed ora lo si fa per se stessi. Chi rubava a quel tempo, e versava una parte del maltolto nelle casse del partito, lo faceva, come fa notare Camillo Davigo, per migliorare la propria posizione all’interno della struttura partitica ed in vista di promozioni, avanzamenti e nuove prebende. Si è sempre rubato per se stessi, da che mondo è mondo: non ho mai incontrato un ladro gentiluomo che rubasse per conto d’altri. Si ruba in proprio, come nella migliore tradizione dei rubagalline: un ladro può aver conseguito due lauree, rimane un ladro.
I dati emanati dalla Corte dei Conti sono a dir poco sconsolanti: se intendiamo la corruzione in modo implicito, considerando complessivamente i prodotti della corruzione e concussione delle pubbliche amministrazioni, ma anche l’evasione ed elusione fiscale, l’evasione, per esempio, dell’IVA che tocca le vette considerevoli di un 36%, arriviamo al dato conclusivo di una stima che consiste in 60 miliardi di euro l’anno. Si risanerebbero i conti dello stato. Se poi si pensa che la corruzione stimata nell’intera area dell’Euro consiste in 120 miliardi di euro l’anno, la conclusione è drammaticamente semplice: l’Italia, da sola, produce la metà della corruzione europea.
Potrebbero fare peggio di noi i greci, è vero, ma non possono per un fattore puramente quantitativo: in Grecia le opportunità di dare e ricevere mazzette sono infinitamente inferiori all’Italia. Insomma si ruba di più, ma forzatamente per somme inferiori.
Non è un quadro edificante: abbiamo sempre criticato i tedeschi per tutto quello che non stanno facendo in Europa, l’immobilismo colpevole cui costringono le ingessate istituzioni europee, sostanzialmente nelle loro mani, l’inutile macelleria sociale perpetrata in Grecia, l’insopportabile tira e molla sugli aiuti al paese ellenico, l’ostilità a riformare le prerogativa della BCE. Ma davanti ad esempi come quello del presidente Wulff, o come quello precedente dell’ex ministro della difesa Wuttemberg (per aver copiato una parte della tesi del dottorato di ricerca – operazione che da noi si fa abitualmente e correntemente senza destare il minimo scandalo), non possiamo che toglierci il cappello e rendere omaggio alla coerenza di una democrazia progredita. Ancora una volta fa capolino l’etica protestante del lavoro, l’anima luterana di questo popolo che concepisce la politica come un “servizio” – e non come una fonte di guadagno, verrebbe da dire di Straquadanio – un servizio che un cittadino come tutti gli altri rende alla collettività, senza distinzione alcuna tra vita privata e pubblica. Un politico, per definizione, è un uomo pubblico, non deve sussistere una sola ombra sulla sua figura. Da noi, sfortunatamente vale il celebre detto: “è sconsigliabile presentare le proprie dimissioni: c’è il rischio che vengano accolte”.

MOODY'S HA DECLASSATO IL CANILE MUNICIPALE DI CUNEO


ADNKRONO(17-02-2012). Con una mossa a sorpresa, Moody's, spiazzando tutti i mercati, ha declassato il Canile Municipale di Cuneo, abbassando il suo rating di due “notch”, da “A+” a “BBB+”, con outlook negativo. La motivazione, stando alla nota rilasciata dagli uffici milanesi della nota agenzia di rating consisterebbe nella scelta di un tipo di croccantini che riscuoterebbero presso la popolazione canina ospite della struttura cuneese un basso tenore di gradimento. Il sindaco di Cuneo, affranto e costernato ha dichiarato: "Ci impegnamo fin d'ora a cambiare marca di crocchine. Sono mortificato, noi vogliamo bene ai nostri cani, siamo orientati su Whiskas Pranzetti". Nella stessa giornata odierna, 17 febbraio 2012, l'agenzia di rating, preda, probabilmente, di un raptus giudicatorio, ha declassato rispettivamente: la sala d'aspetto n. 12 della Stazione Termini, il diurno della Stazione ferroviaria di Ancona, le panchine dei giardinetti pubblici di Quarto Oggiaro, le fontanelle del parco di Genova Nervi, la canna fumaria del ristorante “Lo sporcaccione” di Lumarzo (Genova), le strisce pedonali dell'attraversamento di via Agnolo Firenzuola di Pesaro, il mercato rionale di Barcellona Pozzo di Gotto e i servizi igienici della caserma “F. Cavallotti” di San Giorgio a Cremano (NA). La stessa agenzia di rating ha dichiarato di aver messo in downgrade (sotto osservazione negativa) altri siti sensibili o strategici del nostro paese, motivando la propria azione con uno scadimento generale delle opere manutentive atte a mantenere efficienti i servizi in questione. Gli addetti di Moody's hanno sperimentato personalmente gli obiettivi strategici di cui sopra, lamentando in generale uno stato di abbandono e degrado, soprattutto per quello che concerne la condizione degli scopettini dei servizi igienici ispezionati (in massima parte non più utilizzabili allo scopo per il quale erano stati concepiti)e la condizione delle grate di scolo dei diurni delle stazioni ferroviarie, in gran parte intasate da materiale umano di risulta (capelli, peli, residui saponari, liquami organici non meglio identificati). L'agenzia ha manifestato l'intenzione, nella sua nota tecnica, di continuare nella politica di creditwatch di simili strutture, auspicando un più severo controllo da parte delle autorità preposte alle ispezioni. Un ulteriore, possibile, declassamento, condurrebbe inevitabilmente ad un giudizio vicino al gradino “C”, considerato vicino alla condizione di “junk” “spazzatura”, che comporterebbe la diserzione sistematica da parte dei mercati e degli investitori dai siti presi in considerazione.
Tra i prossimi bersagli “sensibili” messi sotto la lente di ingrandimento di Moody's si troverebbero, secondo indiscrezioni non confermate: il maglione di Marchionne,  l'osteria “Nessun dorma” di Nizza Monferrato, l'agriturismo “Del maiale non si butta niente” di Vittorio Veneto, lo stanzino delle scope della buvette di Montecitorio, la condizione delle calzature dei Corazzieri in servizio al Viminale. L'Italia, attraverso un comunicato diramato dall'Ufficio stampa della presidenza del Consiglio, ha elevato una vibrante protesta contro quella che testualmente definisce “un  accanimento inspiegabile contro lo stato italiano e le sue istituzioni, infrastrutture comprese”. Mario Monti si è spinto a definire il downgrade di Moody's “Un tantino eccessivo. Mi aspettavo un giudizio severo, da parte di agenzie che tuttavia godono sostanzialmente della mia personale stima, ma credo altresì che in questa circostanza sia stato impiegato uno zelo esorbitante, che ha portato inevitabilmente ad un giudizio, pur nella sostanza corretto, ma un po' troppo penalizzante per un paese che sta cercando di uscire dalle secche dell'arretratezza e dell'inciviltà”.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal canto suo, si è limitato ad osservare che gli stivali dei suoi corazzieri non potrebbero essere più brillanti, e che lui stesso ispeziona, ogni mattina, passando in rassegna il corpo speciale, ad uno ad uno gli stivali della sua guardia personale, e che, qualora ravvisi gli estremi di una lucidatura non impeccabile, è il primo ad invitare (se è il caso con una certa ruvidezza) il corazziere colpevole ad una più accurata tenuta del suo equipaggiamento di servizio.
Le opposizioni in Parlamento, Lega Nord e Italia dei Valori, hanno richiesto a gran voce al Ministro dell'Interno Cancelliere di riferire in aula sull'accaduto, cosa che prontamente il Ministro farà, nella giornata di lunedì 20 febbraio p.v. durante il previsto question time. 
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ADESSO BASTA: O DENTRO O FUORI


L'ennesimo, squallido, scontato rinvio degli aiuti ad Atene ha fatto aprire, dopo un periodo di relativa calma, un altro round della crisi, con tutte le ricadute prevedibili: innalzamento dello spread intorno ai 400 punti, quando ci stavamo avviando sotto i 300, il livello di contrattazioni della borsa a picco sotto i 15.000 punti, i titoli bancari presi come al solito di mira e nuovamente in grande affanno. Il solito quadro cui eravamo abituati e che ci siamo per un momento illusi di aver abbandonato. E' vero che le stime della crescita dell'Eurotower, dal segno positivo sono passate al negativo, ma questo risultato era già stato ampiamente assorbito dai mercati. Non parliamo poi del declassamento da parte di Moody's di 24 gruppi bancari italiani (praticamente tutti i principali ad eccezione delle popolari) a fronte di, per esempio, 10 francesi e una, dico una belga! Non si dirà mai abbastanza male di questi delinquenti finanziari che emettono giudizi negativi a getto continuo, a mercati aperti, con dati talmente sballati da apparire quasi comici. Il nostro sistema bancario è di  gran lunga più solido di quello francese, non parliamo di quello belga. Questo accanimento contro l'Italia, motivato da ragioni politiche, ideologiche oltre che meramente speculative, non solo finirà, ma le agenzie di rating dovranno duramente pagare tutti i miliardi di euro che hanno mandato in fumo, con i loro sporchi giochetti. A parziale consolazione occorre dire che, a forza di ridurre i loro rating praticamente su tutto (banche, regioni, province, comuni, poste, enel, eni, società partecipate del tesoro, aziende sanitarie, scuole, farmacie, stazioni ferroviarie, diurni, canili municipali, sale d'attesa ecc. ormai non dà loro retta più nessuno. E allora, ancora una volta, dobbiamo alla sola Germania, ancora lei, la situazione di stallo attuale. Come aveva ragione Sarkozy, nel fuori onda dove dichiarava “quella donna ci sta portando alla catastrofe!”. Con tutti gli sforzi possibili non riusciamo a spiegarci questo approccio continuamente altalenante. E' l'atteggiamento peggiore che si possa tenere nei confronti dei mercati, che, disorientati come sono dai continui tentennamenti della Merkel, disertano le piazze europee, investendo altrove. Che cosa hanno in mente i tedeschi? Uscire dall'euro? Fare uscire la Grecia dell'Euro? Creare un euro1 e un euro2 per i paesi disgraziati? Ora, a parte che una banca centrale non può gestire due monete, l'uscita dall'euro della Germania, che porterebbe con sé anche Olanda e Finlandia, appare poco probabile. Si provocherebbe la fine dell'euro con tutte le conseguenze del caso. I tedeschi, con un marco super valutato non esporterebbero più una bicicletta. Ma allora, se quello che hanno in mente è non fidarsi delle promesse da marinaio dei greci, che si dichiari una volta per tutti il default ordinato del paese accompagnandolo fuori dalla moneta unica. La Grecia è tecnicamente fallita da due anni. Con un deficit al 7%  neppure un miracolo potrebbe risollevare le sorti di un paese condannato da tempo. La macelleria sociale che si continua crudelmente ad applicare a quella popolazione non ha senso per il semplice motivo che non si uccide un uomo morto. Non è deprimendo ulteriormente l'economia, licenziando, tagliando stipendi e pensioni, imponendo tasse da capogiro, che si possa sperare in una crescita. Ma allora, prima che nel paese esploda una guerra civile che è già larvatamente iniziata, non sarebbe meglio dichiarare il default? Come ammette lo stesso Schauble, l'eurozona può sopportare l'uscita di un paese dall'economia tutto sommato trascurabile come quella greca, in considerazione anche del fatto che un ritorno alla dracma presenterebbe qualche vantaggio anche per i greci stessi. Si doterebbero di una vera banca centrale, deciderebbero quale politica monetaria svolgere, potrebbero intraprendere una strada come quella argentina del taglio di una parte del debito contratto con l'estero per riprendere fiato. Ma forse è proprio di questo che hanno paura i politicanti tedeschi. Che la Grecia possa seguire la strada dell'Islanda in una ristrutturazione del debito che penalizzerebbe fortemente i creditori stranieri, FMI in testa.
Comunque sia, non possiamo continuare a trascinare oltre la situazione in modo così penoso. Monti ha fatto quello che doveva e poteva fare. Se non ha introdotto una sacrosanta patrimoniale è solo per la strenua opposizioni del PDL (sempre Berlusconi quando si tratta si sbagliare!), ma, a parte questo, ha compiuto un lavoro egregio, soprattutto se si tiene in considerazione che ha dovuto mediare le posizioni a volte opposte di tutto il parlamento. Noi i compiti li abbiamo fatti. Ora tocca a questi stramaledetti tedeschi che devono decidere se fare uscire dall'euro la Grecia oppure no. Se questa è la loro intenzione, in considerazione dello scarso credito che hanno le promesse di una classe politica, quella greca, che è molto peggiore della nostra, allora si accomodino, ma facciano presto. Non possono tenere il resto dell'Europa, soprattutto i paesi più esposti come Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia ancora per molto sulla graticola. Bruciamo milioni di euro in borsa tutti i giorni, paghiamo interessi astronomici sui nostri titoli mentre Schauble e la Merkel si gingillano meditando sul da farsi. Non è più tempo di tentennamenti. I mercati, e non per i ridicoli giudizi di Moody's, stanno perdendo la pazienza, qui c'è in gioco la sorte dell'euro e con quella la sorte delle nostre vite e di quelle di milioni di cittadini europei. Fino ad una settimana fa avevamo capito che la strada intrapresa era quella giusta, erano arrivati segnali incoraggianti. Draghi con il tanto discusso prestito alle banche ad un tasso agevolato aveva iniettato liquidità nel mercato, il fondo di stabilità era stato messo al sicuro e rimpinguato, i tassi restavano inchiodati all'1%, l'entrata in scena di un economista come Mario Monti aveva ridato fiducia ai mercati e al mondo. Ora, con l'atteggiamento attendista della Merkel, si sta vanificando tutto questo. Monti è stato un signore, fino ad ora. Gli chiediamo di fare uno sforzo ulteriore, di piegare la sua natura di gentiluomo e di dire alla Merkel francamente quello che si merita. Ora che i compiti a casa li abbiamo fatti, se lo può e se lo deve permettere.

LA CHIESA PAGHERA' L'ICI


L'appello dell'opinione pubblica e' stato accolto: anche la Chiesa dovra' fare sacrifici economici. Le esenzioni fiscali per le attivita' commerciali della Chiesa saranno revocate e gli enti ecclesiastici dovranno dunque pagare le tasse sugli immobili. Allo stesso tempo il governo si impegna a fare salve le attivita' no profit.

L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare giovedi' prossimo in occasione dell'anniversario dei Patti Lateranensi, al termine della riunione tra Mario Monti, i suoi ministri e il segretario di Stato Bertone in compagnia del presidente della Cei Angelo Bagnasco.

Le esenzioni, introdotte dal governo Berlusconi e ritoccate maldestramente l’anno successivo da Prodi, permettono ad alberghi, scuole e ospedali degli enti religiosi di non pagare le tasse grazie alla presenza di una cappella al loro interno.

Il danno erariale per lo Stato italiano subito in tutti questi anni e' stato pari a circa un miliardo di euro.

Un quinto di Roma e' in mano alla Chiesa: alle 140 case di cura private accreditate nel Lazio, si aggiungono 800 scuole, 65 case di cura, 43 collegi, 20 case di riposo, mentre a Milano le scuole paritarie sono oltre 450 e le cliniche 120. Il solo patrimonio di Propaganda Fide ammonta a 8-9 miliardi.

Fonte: wallstreetitalia









L'ULTIMA MASCALZONATA


Dopo Standard and Poor's e Fitch è toccato a Moody's intervenire ieri con un downgradig dell'Italia da A2 ad A3 e con la conferma di un outlook negativo. Insieme al giudizio sull'Italia, Moody's ha ridotto anche il voto della Spagna, addirittura da A1 ad A3, del Portogallo da Ba2 a Ba3 e di altri Paesi più piccoli come Slovacchia (A2), Slovenia (A2) e Malta (A3), tutti con outlook negativo. Per Francia, Gran Bretagna e Austria la valutazione del credito è invece rimasta sulla tripla A con un semplice cambiamento dell'outlook passato a negativo. È stato inoltre confermato il voto per il fondo salva-Stati Efsf.
Sorprende che il giudizio di Moody's arrivi proprio nel giorno in cui i mercati europei e internazionali festeggiavano con sollievo il passaggio del pacchetto di austerità in Grecia. Al di là del fatto che Moody's adegua il suo giudizio a quello delle altre agenzie per la valutazione del credito, rappresenta comunque un anticlimax rispetto alle valutazioni de mercato. È chiaro che il passaggio del pacchetto di austerità in Grecia sblocca l'erogazione dei fondi ad Atene, cosa che allontanta l'ombra del default, consente di lavorare con più calma alla preparazione di una parete tagliafuoco che potrà proteggere proprio l'Italia, la Spagna e il Portogallo e consente ai vari Governi, quello italiano in testa, di varare le misure di liberalizzazione sia per le professioni che per il mercato del lavoro con maggiore preparazione sia politica che tecnica.
La decisione di Moody's sorprende perché sembra ancorata a indicatori lagging, riferiti al passato, piuttosto che leading, cioè riferiti al futuro. Se così fosse, se dovesse davvero emergere che i modelli sulla base dei quali l'agenzia per la valutazione del credito non scontano gli sviluppi più recenti, ad esempio l'ulteriore rafforzamento politico del governo Monti dopo il passaggio americano, o il semplice fatto che in Giappone l'indice Nikkei ha chiuso al rialzo dello 0,58% proprio per le notizie in arrivo della Grecia, considerate più importanti dei dati negativi sul Pil giapponese, allora vuol dire che c'è qualcosa di sbagliato nei modelli analitici e statstici di Moody's (e probabilmente delle altre agenzie). Non vi è alcuna intenzione di intimidire l'operato di professionisti che svolgono un ruolo di controllo e di allerta per il mercato. Ma sorprende ad esempio che nessuna delle agenzie per la valutazione del credito abbia anticipato se non nei giorni immediatamente precedenti al fallimento, i rischi enormi impliciti nelle posizioni di MF Global. Toccherà ai mercati ora valutare con maggiore attenzione la credibilità di questi giudizi: l'outlook per come lo vediamo noi da ieri è certamente più positivo che negativo. Le motiviazioni di Moody's, «l'incertezza nell'Eeurozona per prospettive di riforme istituzionali e per la disponibilità di risorse per constrastare la crisi» si scontrano coi fatti: le riforme procedono, parlando dell'Italia, sappiamo che l'impegno del Governo Monti ad andare avanti sottoscritto sia a Washington che a New York ha una credibilità forte. E per ciò che riguarda la mobilitazione delle risorse, di nuovo, dopo il passaggio del pacchetto in Grecia sono disponibili per Atene e presto – e non solo dall'Europa – ma anche dalla Cina, alla vigilia del vertice eurocinese di oggi e dal Fondo Monetario.
Mario Platero – “Il sole 24 ore” ® Riproduzione riservata

Se guardiamo le Statistiche del Debito Pubblico nel 2012 si ha piu’ o meno (tutti i valori sono espressi sul PIL):
-          Italia: 120%
-          Media Grandi Potenze (USA, J, D, UK, GB): circa 117% (USA: circa 100%, Giappone sul 220%, Francia ed UK oltre l’85%, Gernania sull’82%)
Durante in periodo 2008-2011, l’Italia ha visto crescere il Debito Pubblico assai meno di Tutti gli altri paesi. Tutte ste potenze sono AAA (o quasi), noi dei reietti.

Andiamo a fare 2 conti spanno metrici per allineare i dati:
-          Al dato USA va aggiunto un bel 20% di debiti locali e statali (conteggiati per gli altri paesi)
-          Alla Germania aggiungiamo un bel 17% della loro Cassa Depositi e Prestiti (dato non conteggiato per l’Italia); pure alla Francia andrebbe aggiunto, ma sulla rete dati non se ne trovano.

A questo punto dovremo fare qualche conto sulla cassa e sulle riserve disponibili, sottraendo questi valori al debito. Tralasciamo nel ragionamento la Cassa ed i depositi delle amministrazioni (che hanno valori variabili in continuazione, e pari a qualche punto percentuale un po’ in tutti i paesi). Concentriamoci sulle Riserve (valutarie, monetarie, in oro):
-          L’Italia a fine 2011 ha riserve pari al 9% del PIL, Francia e Germania sono sul 6-7%, USA e UK su modesti 3-4%; fa eccezione il Giappone che viaggia nettamente sopra al 25%.

A questo punto, allineando i valori, abbiamo un DEBITO PUBBLICO ARMONIZZATO AL NETTO DELLE RISERVE E DELLA CASSA che e’ grossomodo:
-          Italia: attorno al 108%
-          Media Grandi Potenze (USA, J, D, UK, GB): circa 115-118% (USA: attorno al 112-115%, Giappone sul 190%, Francia ed UK oltre l’80%, Germania sul 90%)

I conti sono necessariamente approssimativi, stante l’alone di mistero che aleggia intorno alle reali entità dei debiti sovrani delle nazioni a tripla A, pero’ appare chiaro che:
a)      L’Italia ha un Debito Pubblico Reale che e’ piu’ basso della media dei grandi paesi AAA del 7-10%; il Giappone e gli USA hanno debiti reali maggiori dell’Italia, e perfino la Grande Germania ha un Debito solamente del 18% piu’ basso dell’Italia
b)     Alcuni paesi mentono clamorosamente nelle valutazioni dei loro debiti pubblici.
Fonte: rischiocalcolato

Ora, appare fin troppo chiaro che, per quanto il giornalista del “sole 24 ore” abbai usato necessariamente i guanti di velluto bianchi nel trattare l’argomento “agenzie di rating”, le tre “sorelle” costituiscono un gigantesco, inconcepibile, rivoltante conflitto di interessi. Questi sabotatori finanziari continuano a perpetrare le loro malefatte solo in virtù della potenza dei loro azionisti, che sono gli stessi che si avvalgono dei giudizi di rating per le loro speculazioni. E’ un panorama squallido e sordido. L’unica, magra, consolazione, dal momento che, lo abbiamo capito, una società di rating europea non sarà mai creata, e che nessuno riuscirà mai ad impedire a questi soggetti le loro malefatte, è che i mercati cominciano a fare la tara alle dichiarazioni delle tre sorelle, ormai fuori tempo e fuori misura, in ogni senso. In parole povere, i  parametri che condizionano l’andamento delle borse e delle contrattazioni non sono più i giudizi di agenzie che commettono i reati di “insider trading” e “aggiotaggio”, sono variabili molto più complesse e articolate, che convergono in quella che si chiama “analisi tecnica del mercato”, una questione difficile, frutto di studi accurati, indipendenti, e soprattutto non condotta da dilettanti della finanza.




I ROTHSCHILD POSSIEDONO IL MONDO


Si tratta senza dubbio di banchieri ,dato che sono i maggiori proprietari della Banca d'Italia e, per fare solo qualche esempio, possiedono la Barclays (tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo) soprattutto tramite Markus Agius, la JpMorgan (che controlla Monte dei Paschi di Siena) tramite la famiglia Rockefeller, Mediobanca (colei che controlla Unicredit) tramite Vincent Bolloré e Jean Azema della Groupama Holding S.A., Banca Carige (attraverso Francois Perol), con Ana Patricia Botin il Banco Santander Central Hispano (il quale controlla ABN AMRO, un altro pilastro di Unicredit).
Potrei andare avanti cosi per ore ma credo che queste poche segnalazioni siano più che sufficienti.

Tornando ai banchieri ,mi viene da pensare che costoro abbiano alle loro dipendenze personaggi, i quali hanno goduto di altissime cariche di spicco. Tony Blair (l'ex Primo Ministro inglese) lavora per loro ora con tanto di paga, stessa sorte per l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, diventato un loro consulente.
E sono solo due esempi. Hanno avuto stretti rapporti con Boris Elstin, il precedente “Zar”, tant' è che assieme a loro firmò il provvedimento per la creazione della potentissima Banca Russo-Occidentale ed espresse la sua soddisfazione pubblicamente più volte.

La maggior parte delle privatizzazioni nel Mondo hanno reso i componenti di questa famiglia i principali beneficiari.
Tra i capi di Facebook c'è un loro uomo che porta il loro nome: Jeff Rothschild.


Il Global Warming viene utilizzato come tematica fondamentale per la salvezza dell'umanità, peccato che quello che propongono come soluzione sia una tassa globale che renderebbe i componenti di questa famiglia come i maggiori beneficiari.
Ci sono 2 film che hanno nel titolo il loro cognome, sono introvabili e pubblicizzano gli avi della famiglia.

Seppur ebrei dichiarati (ma solo per secondi fini) sono i Guardiatesorieri del Vaticano, la più importante carica che il Vaticano “dona” dato che costoro controllano il tesoro del Vaticano dal 1823. 

Hanno fondato il supermercato Esselunga tramite un loro uomo dal nome Rockefeller.

La moglie di uno di loro, Arielle, è il vice-presidente della organizzazione Francese umanitaria CARE e rappresenta il suo paese al consiglio di amministrazione di CARE International; uno dei maggiori gruppi internazionali che si occupa di volontariato.
Questa è una delle tante casette in campagna:
Posseggono il The Economist e Liberation.

Sono direttamente collegati alla Monsanto,posseggono la British Petroleum,ora tristemente famosa, ed a tantissime altre Multinazionali.

Quello che si nasconde dietro la disgregazione della Jugoslavia e i conflitti all'interno dei Balcani è una sottile tela di personaggi collegati alle più potenti lobbies bancarie che hanno a capo questa famiglia.

Prima della battaglia di Waterloo finanziarono entrambi gli schieramenti, come da prassi, e riuscirono a sapere qualche giorno prima, tramite una rete di corrieri ben organizzata, che il Duca di Wellington vinse su Napoleone, questo permise loro di guadagnare in modo sporco tantissime sterline dato che fecero credere agli inglesi che la guerra era stata persa e l'invasione da parte dei francesi era ormai inevitabile ed imminente.Questa fu una delle tante operazioni che rese famoso Nathan Rothschild.

Da questa rete di corriere nacque il Mossad!

Sono i maggiori advisor ed a loro tantissimi Gruppi chiedono consulenza prima di avviare trattative finanziarie. Comune di Roma, Juventus, Alitalia, Intesa Sanpaolo, Abn Amro, Marazzi, Unilever, Mps, Telecom, Bpi, West Ham, Murdoch, Banca Popolare di Milano, Tiscali, Ubi Banca, Luxottica, Ente Cinema del ministero del Tesoro, British Telecom, Banca Italease, Paramount, Eni, Time Warner, Banca Carige, Credit Agricole e Mediaset sono solo alcuni dei tantissimi clienti ai quali fanno “consulenza”, chiamiamola cosi. Solo per fare un esempio: hanno gestito la privatizzazione di Cinecittà.

La conquista degli Stati che componevano la Penisola italiana e, in particolare, del ricco Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia non fu solo dettata dall'esigenza di rientrare dall'esposizione nei confronti di una delle loro “Banque” che aveva già investito parecchio nelle avventure belliche piemontesi.

Nella spedizione dei Mille il ruolo della massoneria inglese, capeggiato da loro, fu determinante con un finanziamento di tre milioni di franchi ed il monitoraggio costante dell'impresa.

Henry Kissinger, il probabile mandante dell'assassinio di Aldo Moro (secondo la vedova di Moro stesso), assieme ai Bush frequenta e ha frequentato spesso le ville americane del ramo d' oltreoceano di questa famiglia tant'è che uno dei suoi ultimi festeggiamenti per il suo compleanno è stato organizzato dai Rothschild stessi.

Paul Myners, un impiegato di una delle loro Banche, è il Segretario per i servizi finanziari inglesi e ricopre anche la carica di Primo Ministro del National Economic Council, nel 2007 ha dato £ 12.700 per la campagna di leadership di Gordon Brown.

Bank of China lavora fianco a fianco con il ramo francese dato che è entrata nel capitale della Compagnie Financière Rothschild con una partecipazione del 20%.

Heer appartiene ad una ricca famiglia di banchieri svizzeri e sostiene che i suoi dirigenti della Banca (la suddetta famiglia) lo avrebbero costretto ad effettuare le operazioni più ignobili.

Una delle sue accuse è quella di avergli fatto consegnare 5 milioni di dollari in contanti ai killer del banchiere Calvi prima che partissero per Londra per impiccarlo sotto il Ponte dei frati neri nel 1982. Heer sostiene anche che i dirigenti della stessa Banca avrebbero avuto rapporti stretti con personaggi criminali legati alla mafia tramite la Loggia P2. Come se tutto questo non bastasse, ha lanciato accuse dirette al barone Rothschild, ex presidente della banca, che a suo parere avrebbe aiutato ricchi e disonesti italiani nelle loro operazioni fraudolente. Altro che Tangentopoli!

John Le Carrè scrisse “La talpa” ispirandosi al comportamento di un inglese (Lord Victor Rothschild)di questa famiglia che faceva il doppio o triplo gioco facendo finta di lavorare per i servizi segreti britannici, successivamente per quelli russi, per poi arrivare a dire che faceva solo i propri interessi (o della famiglia); nell'indagine che scaturi la vicenda solo lui fù salvato direttamente dal tempestivo intervento della Regina d'Inghilterra (sua parente) la quale però non fece altrettanto per gli altri 4 componenti del team i quali furono condannati per spionaggio, tradimento e altro.

Emma, della famiglia in questione, è la donna misteriosa delle indagini sull' uccisione del premier svedese Olof Palme; costei doveva essere interrogata da almeno 12 funzionari della Polizia svedese, gli investigatori erano convinti che la donna fosse l' amante di Palme e potesse fornire elementi utilissimi alle indagini.
Ad aprile del 1990 il quotidiano svedese “Dagens Nyheter” scrisse che Il Gran Maestro della loggia P2 Licio Gelli avrebbe spedito, tre giorni prima dell’assassinio di Palme, questo telegramma ad un agente Cia: “dite al vostro amico che l’albero svedese sarà abbattuto”.

Nel libro di Paul Berrel uscito nel 2006 sono persino coinvolti nell'indagine della morte di Lady D. dato che un loro Lord viene nominato come amico (?) del ricco magnate americano il quale aveva intenzione di andare alla Casa Bianca e portarsi Lady Diana come First Lady.

Tra i tanti investimenti che coinvolsero la famiglia viene spesso evocato il prestito che ha permesso al governo britannico di costruire il canale di Suez.
Impiegarono appena un' ora per raccogliere la somma richiesta dagli inglesi!

Dopo una cerimonia su una tomba, una sera, alcuni membri della famiglia, tra i quali il barone capo del ramo francese, hanno incontrato anche l'allora cancelliere Helmut Kohl durante una festa in onore dell' antenato al quale la famiglia stessa deve gran parte della propria fortuna. Almeno cosi si dice.
Dietro Schwarzenegger c'è, oltre a Warren Buffet che è il secondo uomo più ricco d'America, lord Jacob, il capo della omonima famiglia bancaria. Famosa rimane l'intervista a Terminator all'interno della quale esprimeva pensieri fascisti che potevano tenere testa a quelli di Mussolini.
Nel cda di una loro Banca omonima ci sono i proprietari di Telecom Italia, Citigroup, Heineken, Shell, Repsol, Coca Cola, Nielsen, Royal Philips Electronics, New York Times, De Beers, British Museum, BBC, Royal Bank of Scotland, British Telecom, Governatori di Banche e tantissimo altro.
In una delle loro Ville a Francoforte, nel sontuoso salone Delan M., ogni mattina e pomeriggio i rappresentanti delle cinque Bullion houses della City si riuniscono per decidere il prezzo dell' oro.

Il controllo delle quote di Mikhail Khodorkovsky della Yukos, il gigante russo del petrolio, è passato al celebre banchiere Jacob Rothschild secondo un accordo che ha concluso prima di far arrestare lo stesso Khodorkovsky. Una mossa ben congeniata che ha permesso alla famiglia Rothschild di arricchirsi tantissimo.
Sono i proprietari della British American Tobacco o BAT, la terza più grande azienda mondiale produttrice di sigarette.

I Rothschild controllano Yahoo attraverso la Barclays dato che i 5 azionisti maggiori di Yahoo! Inc. nell'ordine sono: Capital Research & Management CO (Los Angeles), Legg Mason Inc (Baltimora), Barclays Global Investors UK Holdings LTD (Londra), Vanguard Group Inc (Valley Forge) e Barclays Global Investors NA /CA/ (San Francisco).
Hanno scalato la grande banca russa Rosbank. Quello che si è presentato dinanzi alle mire espansionistiche del gruppo Rothschild non era solo la possibilità di prendere il controllo della seconda rete bancaria della Russia - per 1,2 miliardi di euro, 600 agenzie, e la copertura dell’80% del territorio - ma anche di acquisire il controllo delle eventuali informazioni riservate del consorzio per l’esportazione di armi possedute dallo Stato russo.Per secoli sono sempre riusciti nell'intento di ricevere informazioni importanti il giorno prima di chiunque altro. Crearono una rete impeccabile di “passaparola” ineguagliabile.
Uno dei principali motivi per cui il Regno Unito sia "staccato" dall' Europa con la moneta, i trattati, etc.. è che il Partito Referendum ha spinto per decenni per far si che ciò avvenisse. Referendum Party è il nome originale del movimento che ha permesso tutto questo. Il fondatore, finanziatore e promotore di tale gruppo politico è stato James Goldsmith, cugino di Jacob Rothschild. Nel 1997 il partito ha consegnato un videotape a cinque milioni di famiglie del Regno Unito. 12 minuti di film, presentato dall'ex "That's Life!" il Presentatore Gavin Campbell, per avvertire di un prossimo "federale superstato europeo".
ROTHSCHILD ITALIA

Possiedono, gestiscono e controllano Società di ogni genere e pubblicano i nomi di queste sul proprio sito ufficiale senza timore che alcuni possano pensare che ci sia “qualcosa dietro”. Riporto qualche nome ma probabilmente l'elenco sottostante non rappresenta nemmeno l'1% delle aziende in loro possesso: De Beers(De Beers Canada-Diamdel-Element Six-De Beers UK[Forevermark]-Diamond Trading Company-Diamond Trading Company Botswana-Diamond Trading Company South Africa-Namibia Diamond Trading Company]-De Beers Consolidated Mines- De Beers Diamond Jewellers- Debswana-Namdeb), Enron, British Telecom, France Telecom(Orange-Wanadoo-Globecast-Pages Jaunes), Deutsche Telekom(T Home-T Mobile-T Online-T Systems-Slovak Telekom-Magyar Telekom-T-Hrvatski Telekom), Alcatel(Telettra), Eircom, Mannesmann, AT&T(BellSouth), BBC, Petro China, PetroBras, Canal +, Vivendi, Aventis, Unilever(Bertolli-Hindustan Lever-Lipton-Té Ati-Infusi Montana-Algida[Magnum-Cornetto-Carte d'Or-Carte d'Or Light-Breyers CarbSmart-Solero-Ben & Jerry's-...]-Toseroni-Sorbetteria Ranieri-Hellmann's-Calvé-Gradina-Santa Rosa-Blue Band-Rama-Becel-Flora-Marmite-Knorr-Pot Noodle-Findus-Iglo-Genepesca-Slim Fast-Milkana-Crème Cuisine-Cif-Omo-Coccolino-Vim-Lysoform-Svelto-Surf-Ciok-Axe-Rexona-Impulse-Dove-Lux-Clear-Atkinson-Mentadent-Pepsodent-Gibbs-Fabergé-Timotei-Sunsilk-Valentino-1881 Cerruti-Calvin Klein-Cutex-Vaseline-TIGI-Athea-Lifebuoy-Pond's-Signal, Close Up-Signal, Close Up), Royal Canin, Pfaff, Deutch, BMW, TDK, Tiscali, Terna, Seat Pagine Gialle(Cipi-Consodata-Europages-Lighthouse International Company-Telegate-Tdl Infomedia-Seat Corporate University-Telegate AG-Consodata Group Ltd-TDL Infomedia Ltd), Eni(EniPower-Snam Rete Gas-Italgas-Syndial-Polimeri Europa-Saipem-Sofid-Tecnomare-Agenzia Giornalistica Italia-Eni Corporate University-Eni International Resources Limited-Enifin-PetroLig-PetroVen-EniServizi), Rai, Banca di Roma, Ferretti, Banco di Napoli, 3i, BNL Banca Nazionale del Lavoro, Intesa San Paolo(Banca Intesa-Sanpaolo IMI-Intesa SanPaolo Bank-Privredna Banka Zagreb-Bank of Alexandria-Intesa Sanpaolo Private Banking-Intesa SanPaolo Banka-KMB Bank-Banca Intesa Beograd-VUB Banka-Banka Koper-CIB Bank-Pravex Bank-Qingdao City Commercial Bank), Bipop-Carire, Banca Popolare di Lodi, Monte dei Paschi di Siena, Rolo Banca 1473, Finmeccanica( Selenia-Elsag-STMicroelectronics- Aeritalia/Alenia-Officine Aeronavali-Aermacchi[Savoia-Marchetti]-ATR-Thales-Alenia Space-Telespazio-Selex Sistemi Integrati-SelexGalileo-Selex Sensors and Airborne Systems-Selex Communications-ElsagDatamat-AgustaWestland-Oto Melara-Oto Melara-WASS-MBDA consorzio missilistico europeo-Ansaldo Energia-AnsaldoBreda-Ansaldo STS-AgustaWestland-STMicroelectronics-Aeromeccanica SA-Alenia Aeronautica-Ansaldo Energia-AnsaldoBreda-BredaMenarinibus-Elsag Datamat-Fata-Oto Melara-Trimprobe-Telespazio-Finmeccanica Finance-Finmeccanica Group Real Estate-Finmeccanica Group Services-Finmeccanica North America-Finmeccanica UK LTD-DRS Technologies Inc-ElsaCom-Seicos-SELEX Communications-SELEX Service Management-SELEX Sistemi Integrati-SO.GE.PA.- Whitehead Alenia Sistemi Subacquei-Alenia Marconi System-Eurosysnav-Libyan Italian Advanced Technology-Orizzonte Sistemi Navali-Europea Microfusioni Aerospaziali-Thales Alenia Space-Elettronica-European Satellite Navigation Industries GmbH-Galileo Industries-MBDA-Nahuelsat-NGL Prime), Gruppo Santander(Banco Santander-Santander Consumer Finance-Banesto-Openbank-BANIF-Unión de Créditos Inmobiliarios-Santander Direkt Bank-GE Money-Santander Consumer Bank-Santander Private BankingBanco Santander Totta-Grupo Santander Totta-Abbey-Cahoot-Bradford & Bingley-Alliance & Leicester-Optimal Investment Services-Banco Santander Río-Orígenes AFJP-Banco Santander Banespa-Banco Real-Banco Santander Colombia-Administrador Financiero de Transantiago-AFP Bansander-Banco Santander Chile-Santander Banefe-Sovereign Bank-Grupo Financiero Santander Serfin-Banco Santander de Panamá-Banco Santander del Perú-Banco Santander Puerto Rico-Santander Overseas Bank-Banco Santander Uruguay-Banco de Venezuela-Attijariwafa Bank-Banco Standard Totta de Mozambique-Banco Internacional de Santo Tomé y Príncipe-Banco de Santander Hong Kong Branch-Banca Serfin), Alitalia, Pininfarina, Jil Sander, Banca Popolare di Milano(Mobiliare Milanese-Banca Popolare di Roma, la Banca Briantea, Banca Agricola Milanese, Banca Popolare Cooperativa Vogherese, Banca Popolare di Bologna e Ferrara, Banca Popolare di Apricena, Ina Banca, Cassa di Risparmio di Alessandria e Banca di Legnano), Credem(Credito Emiliano Holding-Credito Emiliano-Abaxbank-Anteprima-Ariosto-Banca Euromobiliare-Banca Euromobiliare (Suisse)-Creacasa-Credem International (LUX)-Credem Private Equity-Credemassicurazioni-Credemfactor-Credimmobili-Credemleasing-Credemtel-Credemvita-Euromobiliare Alternative Investment SGR-Euromobiliare Asset Management-Euromobiliare Fiduciaria-Euromobiliare International Fund Sicav-M.G.T.), Banca Popolare dell'Emilia Romagna(Volksbank-EMRO Finance Ireland-BPER International Advisory Company-Sofipo-Sintesi 2000), Carige, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, BancAssurance Popolari, Ragusa, Banca Popolare S. Angelo, Banca di Credito Cooperativo "San Giuseppe" Petralia Sottana, Banca Di Credito Cooperativo Di Lercara Friddi, Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, Banca di Credito Cooperativo G. Toniolo di San Cataldo, Unicredit, Pininfarina, Banca Intesa, Giochi Preziosi, Clessidra, ERG, Marazzi Group, AXA, Redaelli Tecna, Kohlberg company, Kartogroup, Arcandor, Bally, UBI Banca, Societe Generale, La Centrale, Luxottica, Syndial, Banca Nuova, Capitalia, Banca Lombarda e Piemontese, Banca Popolare Italiana, Banca Popolare di Verona, Barilla(Mulino Bianco-Pavesi-Voiello-Academia Barilla-Wasa-Misko-Filiz-Yemina-Vesta), British American Tobacco(MS-Nazionali-Sax-Lido-Linda-Eura-Stop-Futura-Alfa-Kent-Dunhill-Lucky Strike-Vogue-Viceroy-Rothmans-Kool-Benson & Hedges-State Express 555-Peter Stuyvesant-John Player Gold Leaf-...)
British Petroleum (ARCO - Castrol plc. - Fluor Corporation )

Queste persone sono coloro che DETERMINANO I FATTI, i quali fatti diventano poi INFORMAZIONI per il parco buoi, nei tempi e nei modi stabiliti da Lor Signori Banchieri;se gli indici di borsa si muovono su rumors e dati, se i rumors e dati anticipano e seguono i fatti, se i fatti sono determinati da pochi, se questi pochi si conoscono e concordano i fatti, allora questi pochi controllano la finanza internazionale (e tutto ciò che ne consegue) perchè conoscono in anticipo le ripercussioni che avranno i fatti da loro determinati.
Fonte: tutti i dati sono reperibili sul sito di famiglia: www.rothschild.com



ITALIA DREAMING


Ospito, come di consueto, un articolo di Eugenio Benetazzo, un autore che ammiro da sempre per esemplarità concettuale e semplicità di esposizione. Mi permetto di sottolineare ai lettori l’ultimo periodo dell’articolo di Benetazzo: oltre alla obbligatoria riconversione delle proprie attitudini lavorative e alla innovazione delle proprie aspettative, che necessariamente dovranno adeguarsi alla “new economy” e, aggiungo io, alla, si spera, nuova “finanza etica”, i piccoli e medi risparmiatori ed investitori devono prepararsi a mutar vestito: i vecchi beni rifugio, come il mattone, l’oro, i preziosi, i quadri d’epoca, le buone vecchie obbligazioni assolutamente “garantite”, ecc. saranno soppiantati da nuove e multiformi forme di investimento. Di qui l’assoluta necessità da parte di tutti noi di accostarci sempre di più al mondo della finanza: non saranno più ammissibili analfabeti finanziari, saranno destinati a soccombere. Da qualche tempo si parla di introdurre nell’istruzione scolastica una disciplina come l’”Educazione finanziaria”. E’ quello che vado predicando da un paio d’anni. Ci sono corsi online, esistono ottimi percorsi didattici organizzati da società serie: si può partire, tanto per cominciare, con un approccio autodidatta, ma poi è bene ricominciare da capo con i fondamenti dell’analisi tecnica. Una base di matematica statistica, di matematica finanziaria ed attuariale è indispensabile per edificare su solide fondamenta una cultura minima indispensabile per diventare trader di noi stessi. Ricordate tutti che nessun trader o consulente finanziario, per definizione, farà primariamente i vostri interessi, ma lavorerà pro domo sua. Dobbiamo essere attrezzati per la nuova sfida che la contrazione mondiale ci impone: cerchiamo di essere all’altezza e cominciamo a studiare. Anche questo fa parte dell’insegnamento di un “guru” della finanza come Eugenio Benetazzo.
Alcune sere fa ho avuto modo di riguardare in vhs una vecchia commedia italiana girata negli Stati Uniti agli inizi degli anni novanta ed intitolata California Dreaming, in cui i vari personaggi, interpretati da noti attori italiani, organizzavano un viaggio coast to coast per visitare, scoprire e conoscere la cultura e la movida americana. Inutile aggiungere che la meta finale doveva essere la tanto desiderata California, lo stato che per eccellenza  allora incarnava tutti i sogni ed aspettative di libertà, divertimento, appagamento e spensieratezza di vita. Sono passati ormai quasi 20 anni da quella pellicola, direi che oggi dovrebbero proporre un remake intitolandolo California Nightmare. Di certo lo stato amministrato da Sforzrnegger oggi ha ben poco di paradisiaco o difficilmente ti permette di vivere in un'atmosfera da sogno, senza pensieri, proiettati alla continua ricerca del divertimento che nel film in questione si percepisce.

Tristemente anche noi italiani abbiamo intrapreso la strada del cambiamento e della mutazione, in poco meno di un decennio di Bel Paese rimarrà ancora veramente poco di caratteristico: e questo rappresenta ciò di cui oggi bisogna essere pienamente consapevoli al fine di pianificare la propria vita ed il proprio futuro professionale o imprenditoriale. Non si tratta solo delle riforme strutturali messe in atto dal Governo Monti (per le quali si sta generando notevole tensione e conflittualità sociale), ma anche per la metamorfosi indotta che caratterizzerà il paese e contraddistinguerà le quattro diverse risorse sociali: rispettivamente, imprenditori, lavoratori, risparmiatori e studenti. Cerchiamo pertanto di analizzarle in sequenza: il mondo della piccola e media impresa (l'industria sta delocalizzando o si sta internazionalizzando quindi il tutto non la riguarda) andrà incontro prima ad un processo di rarefazione e successivamente di bipolarizzazione.

Questo significa che entro dieci anni in Italia scompariranno circa un quinto, se non oltre un quarto delle attuali partite iva, per l'alterarsi degli equilibri economici canonici del pianeta (concorrenza di prodotti e imprese di nuove aree continentali). A quel punto chi sarà rimastoà sul mercato sarà schiacciato o verso nicchie di eccellenza (il top di gamma) o verso produzioni massificate prive di valore aggiunto con prodotti poveri e anonimi: in buona sostanza scomparirà tutto quello che prima vi era in mezzo. Tanto per fare un esempio il mercato della calzatura sportiva sarà costituito o da ridondanti brand costosi oppure da marchi commerciali insignificanti di bassa qualità e dal costo contenuto. Inutile soffermarsi sulla moria di piccole aziende che scompariranno, si salverà chi punterà sula ricapitalizzazione attraverso partner esterni apportatori di nuovo capitale di rischio, abbandonando il plurimo indebitamento a breve con gli istituti di credito.

I lavoratori andranno invece incontro ad un lento e progressivo processo di americanizzazione, per cui se vali sei tutelato e ben pagato, mentre se sei un numero come tanti, non sei una risorsa strategica. Su questo punto gli italiani non sono ancora preparati psicologicamente: inutile fare commenti sull'escalation di conflittualità sociale attesa per i prossimi anni. Il vecchio modello basato su  lavoro sicuro, casa di proprietà e famiglia protetta potete sognarvelo: da cui il titolo di questo redazionale. Gli studenti invece dovranno puntare sulla jobsizzazione, termine che mi sono permesso di coniare visto il messaggio che ha veicolato il fondatore della Apple, Steve Jobs appunto, durante i suoi ultimi anni di vita. Per farla breve una parte della old economy sta morendo e con essa tanti posti di lavoro ormai obsoleti, i quali però vengono sostituiti con tantissime nuove professioni e opportunità occupazionali della new economy. Ad oggi non è detto che un percorso di formazione scolastica ed accademica canonico e tradizionale sia la buona ricetta per un inserimento nel mondo del lavoro. Per molti il futuro sarà rappresentato dalla Street University e non dalla Bocconi o dalla Stanford University..

Infine i risparmiatori italiani abituati per decenni a vivere sognando la serenità grazie ad investimenti un tempo “safe heaven” come il mattone o i titoli di stato. Anche per loro arriverà l'età degli incubi non potendo più puntare sulla certezza ma dovendo investire in volatilità, rischio e solvibilità (come avviene negli altri paesi). Il migliore investimento a riguardo che dovranno fare sarà quello in cultura finanziaria se non vorranno testare le gioie della sodomizzazione finanziaria. Non avrà più senso pertanto con un mercato del lavoro volatile e dinamico investire tutte le proprie risorse solo sulla prima casa in quanto oggi lavorerete a Roma e nei prossimi anni a Milano o peggio all'estero. Chi non si focalizzerà su questo, riprendendo a risparmiare per costruirsi un proprio capitale messo a rendita, vivrà da vecchio pensionato in uno stato di notevole insicurezza economica. Nel prossimo redazionale vedrò comunque di concentrarmi sull'ultima fascia sociale che pagherà maggiormente quanto sta accadendo, quella dei pensionati: ed è proprio per loro che sarà Italia Dreaming.

Eugenio Benetazzo – eugeniobenetazzo.com