Questo portale della finanza è stato pensato per radunare in un unico sito tutte le notizie, gli indici, le analisi fondamentali e tecniche, le schede analitiche, le raccomandazioni, i giudizi, le valutazioni e le utilità inerenti la finanza di casa nostra e internazionale. Gli indici di Borsa in tempo reale sono immediatamente accessibili, tutte le altre utility vengono di seguito. Si ringraziano le fonti dalle quali abbiamo attinto i links, si tratta dei siti di settore di maggiore prestigio e attendibilità. Buona lettura a tutti.

Le quotazioni sono offerte da Investing.com Italia.

ADESSO BASTA: O DENTRO O FUORI


L'ennesimo, squallido, scontato rinvio degli aiuti ad Atene ha fatto aprire, dopo un periodo di relativa calma, un altro round della crisi, con tutte le ricadute prevedibili: innalzamento dello spread intorno ai 400 punti, quando ci stavamo avviando sotto i 300, il livello di contrattazioni della borsa a picco sotto i 15.000 punti, i titoli bancari presi come al solito di mira e nuovamente in grande affanno. Il solito quadro cui eravamo abituati e che ci siamo per un momento illusi di aver abbandonato. E' vero che le stime della crescita dell'Eurotower, dal segno positivo sono passate al negativo, ma questo risultato era già stato ampiamente assorbito dai mercati. Non parliamo poi del declassamento da parte di Moody's di 24 gruppi bancari italiani (praticamente tutti i principali ad eccezione delle popolari) a fronte di, per esempio, 10 francesi e una, dico una belga! Non si dirà mai abbastanza male di questi delinquenti finanziari che emettono giudizi negativi a getto continuo, a mercati aperti, con dati talmente sballati da apparire quasi comici. Il nostro sistema bancario è di  gran lunga più solido di quello francese, non parliamo di quello belga. Questo accanimento contro l'Italia, motivato da ragioni politiche, ideologiche oltre che meramente speculative, non solo finirà, ma le agenzie di rating dovranno duramente pagare tutti i miliardi di euro che hanno mandato in fumo, con i loro sporchi giochetti. A parziale consolazione occorre dire che, a forza di ridurre i loro rating praticamente su tutto (banche, regioni, province, comuni, poste, enel, eni, società partecipate del tesoro, aziende sanitarie, scuole, farmacie, stazioni ferroviarie, diurni, canili municipali, sale d'attesa ecc. ormai non dà loro retta più nessuno. E allora, ancora una volta, dobbiamo alla sola Germania, ancora lei, la situazione di stallo attuale. Come aveva ragione Sarkozy, nel fuori onda dove dichiarava “quella donna ci sta portando alla catastrofe!”. Con tutti gli sforzi possibili non riusciamo a spiegarci questo approccio continuamente altalenante. E' l'atteggiamento peggiore che si possa tenere nei confronti dei mercati, che, disorientati come sono dai continui tentennamenti della Merkel, disertano le piazze europee, investendo altrove. Che cosa hanno in mente i tedeschi? Uscire dall'euro? Fare uscire la Grecia dell'Euro? Creare un euro1 e un euro2 per i paesi disgraziati? Ora, a parte che una banca centrale non può gestire due monete, l'uscita dall'euro della Germania, che porterebbe con sé anche Olanda e Finlandia, appare poco probabile. Si provocherebbe la fine dell'euro con tutte le conseguenze del caso. I tedeschi, con un marco super valutato non esporterebbero più una bicicletta. Ma allora, se quello che hanno in mente è non fidarsi delle promesse da marinaio dei greci, che si dichiari una volta per tutti il default ordinato del paese accompagnandolo fuori dalla moneta unica. La Grecia è tecnicamente fallita da due anni. Con un deficit al 7%  neppure un miracolo potrebbe risollevare le sorti di un paese condannato da tempo. La macelleria sociale che si continua crudelmente ad applicare a quella popolazione non ha senso per il semplice motivo che non si uccide un uomo morto. Non è deprimendo ulteriormente l'economia, licenziando, tagliando stipendi e pensioni, imponendo tasse da capogiro, che si possa sperare in una crescita. Ma allora, prima che nel paese esploda una guerra civile che è già larvatamente iniziata, non sarebbe meglio dichiarare il default? Come ammette lo stesso Schauble, l'eurozona può sopportare l'uscita di un paese dall'economia tutto sommato trascurabile come quella greca, in considerazione anche del fatto che un ritorno alla dracma presenterebbe qualche vantaggio anche per i greci stessi. Si doterebbero di una vera banca centrale, deciderebbero quale politica monetaria svolgere, potrebbero intraprendere una strada come quella argentina del taglio di una parte del debito contratto con l'estero per riprendere fiato. Ma forse è proprio di questo che hanno paura i politicanti tedeschi. Che la Grecia possa seguire la strada dell'Islanda in una ristrutturazione del debito che penalizzerebbe fortemente i creditori stranieri, FMI in testa.
Comunque sia, non possiamo continuare a trascinare oltre la situazione in modo così penoso. Monti ha fatto quello che doveva e poteva fare. Se non ha introdotto una sacrosanta patrimoniale è solo per la strenua opposizioni del PDL (sempre Berlusconi quando si tratta si sbagliare!), ma, a parte questo, ha compiuto un lavoro egregio, soprattutto se si tiene in considerazione che ha dovuto mediare le posizioni a volte opposte di tutto il parlamento. Noi i compiti li abbiamo fatti. Ora tocca a questi stramaledetti tedeschi che devono decidere se fare uscire dall'euro la Grecia oppure no. Se questa è la loro intenzione, in considerazione dello scarso credito che hanno le promesse di una classe politica, quella greca, che è molto peggiore della nostra, allora si accomodino, ma facciano presto. Non possono tenere il resto dell'Europa, soprattutto i paesi più esposti come Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia ancora per molto sulla graticola. Bruciamo milioni di euro in borsa tutti i giorni, paghiamo interessi astronomici sui nostri titoli mentre Schauble e la Merkel si gingillano meditando sul da farsi. Non è più tempo di tentennamenti. I mercati, e non per i ridicoli giudizi di Moody's, stanno perdendo la pazienza, qui c'è in gioco la sorte dell'euro e con quella la sorte delle nostre vite e di quelle di milioni di cittadini europei. Fino ad una settimana fa avevamo capito che la strada intrapresa era quella giusta, erano arrivati segnali incoraggianti. Draghi con il tanto discusso prestito alle banche ad un tasso agevolato aveva iniettato liquidità nel mercato, il fondo di stabilità era stato messo al sicuro e rimpinguato, i tassi restavano inchiodati all'1%, l'entrata in scena di un economista come Mario Monti aveva ridato fiducia ai mercati e al mondo. Ora, con l'atteggiamento attendista della Merkel, si sta vanificando tutto questo. Monti è stato un signore, fino ad ora. Gli chiediamo di fare uno sforzo ulteriore, di piegare la sua natura di gentiluomo e di dire alla Merkel francamente quello che si merita. Ora che i compiti a casa li abbiamo fatti, se lo può e se lo deve permettere.