Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta di attesa per
le decisioni della Federal Reserve e per le parole del governatore Janet Yellen
alle ore 19:30. Il mercato si attende un proseguimento del tapering, ovvero la
riduzione graduale del programma mensile di acquisto titoli della Banca
centrale Usa. Secondo il 76% degli economisti interpellati dal sondaggio di
Bloomberg News il braccio operativo della banca centrale Usa potrebbe decidere
di muoversi verso una “guidance più qualitativa”: non più legata a un solo dato
(ovvero il 6,5% del tasso di disoccupazione), ma anche ad altri indicatori
economici.
Sullo sfondo restano le tensioni in Ucraina dopo che ieri Putin ha firmato l’annessione della Crimea alla Russia e la Casa Bianca ha convocato una riunione del G7 per la prossima settimana per fornire ulteriori risposte a Mosca. Nell’attesa della Fed a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,29% a 20.976,99 punti.
Nel comparto bancario i riflettori sono rimasti puntati sul Montepaschi (-2,03% a 0,241 euro) La Fondazione Mps ha ceduto il 12% del Montepaschi, portando a casa 335 milioni di euro che saranno destinati ad estinguere il debito dell’ente senese nei confronti con le banche. Dopo l’operazione, avvenuta attraverso un “accelerated bookbuilding”, Palazzo Sansedoni si trova in mano il 15,07% di Rocca Salimbeni.
In territorio negativo sono finite anche Banco Popolare (-1,25% a 17,37 euro) e Unicredit (-0,77% a 6,48 euro). Positiva invece la Popolare di Milano (+0,37% a 0,6825 euro) con il consigliere delegato Giuseppe Castagna che si è detto fiducioso in merito al prossimo aumento di capitale da 500 milioni che piazza Meda effettuerà tra fine aprile e inizio maggio. Segno più per Intesa SanPaolo (+0,98% a 2,262 euro) e meno per Mediobanca (-0,51% a 7,785 euro).
Sullo sfondo restano le tensioni in Ucraina dopo che ieri Putin ha firmato l’annessione della Crimea alla Russia e la Casa Bianca ha convocato una riunione del G7 per la prossima settimana per fornire ulteriori risposte a Mosca. Nell’attesa della Fed a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,29% a 20.976,99 punti.
Nel comparto bancario i riflettori sono rimasti puntati sul Montepaschi (-2,03% a 0,241 euro) La Fondazione Mps ha ceduto il 12% del Montepaschi, portando a casa 335 milioni di euro che saranno destinati ad estinguere il debito dell’ente senese nei confronti con le banche. Dopo l’operazione, avvenuta attraverso un “accelerated bookbuilding”, Palazzo Sansedoni si trova in mano il 15,07% di Rocca Salimbeni.
In territorio negativo sono finite anche Banco Popolare (-1,25% a 17,37 euro) e Unicredit (-0,77% a 6,48 euro). Positiva invece la Popolare di Milano (+0,37% a 0,6825 euro) con il consigliere delegato Giuseppe Castagna che si è detto fiducioso in merito al prossimo aumento di capitale da 500 milioni che piazza Meda effettuerà tra fine aprile e inizio maggio. Segno più per Intesa SanPaolo (+0,98% a 2,262 euro) e meno per Mediobanca (-0,51% a 7,785 euro).
Finanza.com
BORSE EUROPEE
ATTENDISTE: SI GUARDA ALLE DECISIONI DELLA FED
Tra le principali Borse europee
prevale l'incertezza in attesa della decisione della Federal Reserve (Fed) e
delle dichiarazioni del presidente Janet Yellen. Il mercato si attende un
proseguimento del tapering, ovvero la riduzione graduale del programma di
acquisti di titoli. L'appuntamento è fissato alle 19 ore italiane con
l'annuncio della Fed, seguirà alle 19.30 la conferenza stampa di Yellen. In
questo scenario le Borse del Vecchio continente sono in cerca di una direzione:
il Ftse 100 cede lo 0,22%, mentre il Dax a Francoforte sale dello 0,14%. Il
Cac40 segna un calo dello 0,2%. In rosso Piazza Affari, con il Ftse Mib che
scivola dello 0,38% a 20.957,81 punti.
"Riteniamo
che questa sera si potrebbe procedere con un taglio di 10 miliardi, con una
probabilità stimata pari al 90%, al fine di non destabilizzare i mercati e di
fornire un indirizzo chiaro di azione - afferma Matteo Paganini, chief analyst
DailyFX - Ci sarà tempo, magari a partire dalla prossima riunione, per frenare
eventualmente il ritmo dei tagli sugli acquisti (sempre che si dovesse rendere
necessario), andando a preparare i mercati in anticipo rispetto ad una tale
mossa". Nell'ultima riunione presieduta da Ben Bernanke il Fomc ha ridotto
il piano di acquisto asset di altri 10 miliardi di dollari portandolo a 65
miliardi mensili. Il primo intervento risale al dicembre del 2013.
Secondo il
76% degli economisti interpellati dal sondaggio di Bloomberg News il braccio
operativo della banca centrale Usa potrebbe decidere di muoversi verso una
"guidance più qualitativa": non più legata a un solo dato (ovvero il
6,5% del tasso di disoccupazione), ma anche ad altri indicatori economici. Si
tratterebbe di un grande cambiamento nella politica e strategia di
comunicazione adottata dall'istituto di Washington. "Ovviamente il
tasso di disoccupazione non rappresenta una statistica sufficiente a misurare
lo stato di salute del mercato del lavoro”, aveva già dichiarato Yellen a fine
febbraio. "Per una più completa valutazione dell'andamento del mercato del
lavoro dovremo tener presente diversi fattori”.
Sin dai suoi
primi interventi il neo presidente della Federal Reserve ha sempre ribadito la
volontà di continuare a percorrere la strada tracciata da Ben Bernanke. Nel suo
primo discorso come governatore Yellen si è detta favorevole "alla
continuità di politica monetaria del Fomc", ribadendo che il comitato
probabilmente proseguirà in maniera misurata con ulteriori riduzioni degli acquisti
di asset nelle prossime riunioni. Sempre che emergano continui miglioramenti
sul mercato del lavoro e sul lato dell'inflazione.
Finanza.com
MPS: LA
FONDAZIONE CEDE IL 12% E SALDA I DEBITI
CON LE BANCHE
La Fondazione Mps ha ceduto il 12%
del Montepaschi, portando a
casa 335 milioni di euro che saranno destinati ad estinguere il debito
dell’ente senese nei confronti con le banche. Dopo l’operazione, avvenuta
attraverso un "accelerated bookbuilding”, Palazzo Sansedoni si trova in
mano il 15,07% di Rocca Salimbeni. Nel dettaglio la cessione ha riguardato 1,4
miliardi di azioni di azioni Mps ad un prezzo di 0,239 euro, molto vicino
al prezzo di carico che è pari a 0,2433 euro.
Una mossa che sembra dar ragione ad Antonella Mansi, presidente della Fondazione, che a fine 2013 era riuscita a vincere il braccio di ferro con i vertici della banca senese, l’Ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo. Nell’assemblea di fine dicembre passò infatti la linea della Fondazione, che causò lo slittamento dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2014 e non ad inizio anno come invece avrebbe preferito il management.
Ora la banca procede spedita verso la maxi ricapitalizzazione che potrebbe portare ad un’ulteriore diluizione della quota in mano alla Fondazione. Secondo la stampa nazionale, post aumento Palazzo Sansedoni potrebbe detenere tra il 5% e il 7% del Montepaschi.
A Piazza Affari il titolo della banca senese questa mattina viaggia debolmente lasciando sul parterre lo 0,40% a 0,245 euro. Una flessione che non scalfisce il rally di marzo del titolo Mps: da inizio mese infatti il saldo a Piazza Affari è positivo per oltre 35 punti percentuali.
Una mossa che sembra dar ragione ad Antonella Mansi, presidente della Fondazione, che a fine 2013 era riuscita a vincere il braccio di ferro con i vertici della banca senese, l’Ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo. Nell’assemblea di fine dicembre passò infatti la linea della Fondazione, che causò lo slittamento dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2014 e non ad inizio anno come invece avrebbe preferito il management.
Ora la banca procede spedita verso la maxi ricapitalizzazione che potrebbe portare ad un’ulteriore diluizione della quota in mano alla Fondazione. Secondo la stampa nazionale, post aumento Palazzo Sansedoni potrebbe detenere tra il 5% e il 7% del Montepaschi.
A Piazza Affari il titolo della banca senese questa mattina viaggia debolmente lasciando sul parterre lo 0,40% a 0,245 euro. Una flessione che non scalfisce il rally di marzo del titolo Mps: da inizio mese infatti il saldo a Piazza Affari è positivo per oltre 35 punti percentuali.
Finanza.com
SNAM: PIANO
STRATEGICO E INVESTIMENTI PER 6 MILIARDI
Snam ha presentato il piano strategico 2014-2017, da cui
emerge un piano di investimenti in Italia nel quadriennio da 6 miliardi
di euro, di cui 1,3 miliardi nel 2014, "volto all’ulteriore
potenziamento delle infrastrutture gas nazionali nella più ampia ottica di
un’effettiva interconnessione con le reti europee, incrementando la sicurezza
degli approvvigionamenti e la flessibilità del sistema". Così la società
spiega in una nota. Il piano 2014-2017 prevede un incremento della
lunghezza della rete di trasporto di circa 1.000 km (+3% rispetto ai
32.306 km in esercizio a fine 2013) e un incremento della potenza installata
nelle centrali di compressione di circa 130 megawatt (+15% rispetto agli 867
megawatt installati a fine 2013).La struttura finanziaria, spiega Snam, "rimarrà solida ed efficiente nel medio e lungo termine, pur in presenza del consistente piano di investimenti annunciato, con un rapporto fra debito e attività (Rab consolidata e associates non consolidate) che si manterrà al 55% circa nel periodo di piano. Grazie alle operazioni di rifinanziamento condotte nella prima parte dell’anno e a quelle attese per la restante parte del 2014, Snam conta di ottimizzare ulteriormente il costo del debito”.
Dividendo di 0,25 euro per biennio 2014-2015
Il Cda di Snam per l'esercizio 2013 ha proposto all’assemblea degli azionisti, in programma il 15 aprile 2014 in unica convocazione, la distribuzione di un dividendo di 0,25 euro per azione, di cui 0,10 euro distribuiti nell’ottobre 2013 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,15 euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 22 maggio con stacco cedola il 19 maggio e record date il 21 maggio. Nel confermare il proprio impegno per una politica di remunerazione dell’azionista attrattiva e sostenibile, alla luce delle prospettive economiche-finanziarie e patrimoniali previste, è intenzione della società corrispondere per il biennio 2014-2015 un dividendo per azione di 0,25 euro da pagarsi annualmente nel mese di maggio.
Cdp: MoU con Snam su trasferimento quota in Tag
Cassa depositi e prestiti intanto ha firmato con Snam un Memorandum of Understanding che definisce il processo negoziale per l’eventuale trasferimento a Snam della quota posseduta in Tag GmbH, società che detiene i diritti di trasporto nel gasdotto che collega il confine tra Slovacchia e Austria con l’entry point di Tarvisio.
Finanza.com
UCRAINA: PUTIN FIRMA
L’ANNESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA
Il presidente russo, Vladimir Putin,
ha firmato oggi l'ordine per dare esecuzione all'annessione della Crimea alla
Russia, dopo aver
riconosciuto la regione come stato indipendente. Domenica scorsa i
cittadini della Crimea hanno votato, con oltre il 96% dei sì, a favore
dell'uscita dall'Ucraina e dell'annessione alla Russia.
"In Crimea si è tenuto un
referendum in pieno rispetto delle procedure democratiche e delle norme del
diritto internazionale. L'affluenza alle urne è stata di oltre l'82% degli
elettori, tra di loro più del 96% ha votato per l'unificazione con la Russia.
Questi numeri parlano da soli" ha detto Putin al Cremlino, davanti ai
deputati della Duma di Stato, dei componenti del Consiglio della Federazione, dei
governatori delle regioni e i rappresentanti della società in relazione
all'appello della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli per
l'adesione alla Federazione Russa.
Il presidente russo ha anche
commentato la posizione dell'Occidente sulla situazione in Ucraina, dichiarando
come i partner occidentali abbiano superato la linea, comportandosi da
irresponsabili. Secondo Putin infatti la crisi in Ucraina è stato un vero e
proprio colpo di Stato messo in atto da gruppi radicali e nazionalisti. Allo stesso
tempo però ha anche assicurato che la Russia non vuole la scissione
dell'Ucraina. Quest'ultima posizione è stata colta dai mercati come segnale di
distensione.
In scia alle dichiarazioni di Putin,
infatti, le principali Borse europee, Piazza Affari compresa, hanno accelerato
al rialzo: poco prima dell'avvio di Wall Street il Cac40 saliva dello 0,82%,
mentre il Dax guadagnava mezzo punto percentuale. bene soprattutto Piazza
Affari, con il Ftse Mib che avanzava dell'1,23%.
Finanza.com
SPENDING REVIEW: CHE
SIA LA VOLTA BUONA?
Una serie di risparmi del valore di
5 miliardi di euro da attuare da maggio per i prossimi otto mesi. Questa è la
promessa del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, all’audizione
in commissione bilancio al Senato. “Ho parlato di un risparmio massimo di 7
miliardi su base annua, se si fosse iniziato a gennaio. Sono già passati alcuni
mesi, quindi il numero sarà più basso per il resto di quest’anno” ha precisato
il commissario.
Sicurezza: sinergie tra le varie
forze per spendere meno
“Sulle forze di polizia, che esistano problemi di sovrapposizione e di coordinamento è abbastanza noto, che esistano margini di risparmio anche. Si sta parlando di piani di miglior coordinamento, compreso l’acquisto di beni e servizi. E’ un tema molto delicato: non si vuole ridurre il livello di sicurezza, è un’area in cui si parla di sinergie, spendendo di meno” ha risposto Cottarelli in merito alle polemiche nate intorno ai possibili tagli alle forze dell’ordine.
“Sulle forze di polizia, che esistano problemi di sovrapposizione e di coordinamento è abbastanza noto, che esistano margini di risparmio anche. Si sta parlando di piani di miglior coordinamento, compreso l’acquisto di beni e servizi. E’ un tema molto delicato: non si vuole ridurre il livello di sicurezza, è un’area in cui si parla di sinergie, spendendo di meno” ha risposto Cottarelli in merito alle polemiche nate intorno ai possibili tagli alle forze dell’ordine.
Primi effetti si vedranno nel 2015
In queste riforme “occorre partire subito in termini di definizione dei piani specifici anche se gli effetti si vedranno solo nel 2015. Nella mia agenda c’è la scadenza di metà settembre per la definizione dei piani strutturali”. Lo ha detto il commissario alla spending review.
In queste riforme “occorre partire subito in termini di definizione dei piani specifici anche se gli effetti si vedranno solo nel 2015. Nella mia agenda c’è la scadenza di metà settembre per la definizione dei piani strutturali”. Lo ha detto il commissario alla spending review.
Tagli dell’1% sulle pensioni
“Sulle pensioni si tratta di 270 miliardi, è un tema delicato, e nella proposta i risparmi sono nell’ordine dell’1% spesa totale, molto meno che in altri settori”. Ha aggiunto Cottarelli ribadendo che il contributo che si chiede alle pensioni “è molto inferiore ad altri settori, per esempio per i costi della politica di risparmi previsti sono del 10%”. Quanto alle pensioni di invalidità “non si tratta di ridurle ma di combattere gli abusi”.
“Sulle pensioni si tratta di 270 miliardi, è un tema delicato, e nella proposta i risparmi sono nell’ordine dell’1% spesa totale, molto meno che in altri settori”. Ha aggiunto Cottarelli ribadendo che il contributo che si chiede alle pensioni “è molto inferiore ad altri settori, per esempio per i costi della politica di risparmi previsti sono del 10%”. Quanto alle pensioni di invalidità “non si tratta di ridurle ma di combattere gli abusi”.
Risparmi contenuti nella sanità
“Il sistema sanitario nazionale è sostenibile, non credo che servano cambiamenti radicali” e tra i risparmi considerati nel documento messo a punto da Cottarelli, quelli nella sanità “sono abbastanza contenuti”. ”Non c’è da rivedere completamente il sistema. Ci sono grosse disparità tra Regioni, il che spinge verso una piena attuazione dei costi standard”.
“Il sistema sanitario nazionale è sostenibile, non credo che servano cambiamenti radicali” e tra i risparmi considerati nel documento messo a punto da Cottarelli, quelli nella sanità “sono abbastanza contenuti”. ”Non c’è da rivedere completamente il sistema. Ci sono grosse disparità tra Regioni, il che spinge verso una piena attuazione dei costi standard”.
Esuberi statali
Quello di 85mila esuberi tra gli statali è “un numero indicato come prima stima di massima che va affinato sulla base delle effettive riforme che dovranno essere chiarite nel 2014″.
Quello di 85mila esuberi tra gli statali è “un numero indicato come prima stima di massima che va affinato sulla base delle effettive riforme che dovranno essere chiarite nel 2014″.
La Cgil boccia il piano Cottarelli
Il sindacato guidato da Susanna Camusso si aspettava dalla spending review, “qualcosa di meglio e di più, ovvero una maggiore lotta agli sprechi reali e non l’ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare” ha affermato Michele Gentile, responsabile dei Settori pubblici della Cgil.
Il sindacato guidato da Susanna Camusso si aspettava dalla spending review, “qualcosa di meglio e di più, ovvero una maggiore lotta agli sprechi reali e non l’ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare” ha affermato Michele Gentile, responsabile dei Settori pubblici della Cgil.
Cisl: no ai tagli su sicurezza e
soccorso pubblico
“Confidiamo che i risparmi sulla spesa pubblica indicati da Cottarelli non si traducano in tagli lineari sui bilanci e riduzione del personale in settori strategici per i cittadini e per il Paese quali quelli della sicurezza e del soccorso pubblico”. Lo ha dichiarato in una nota il segretario generale della Federazione della Sicurezza della Cisl, Pompeo Mannone.
“Confidiamo che i risparmi sulla spesa pubblica indicati da Cottarelli non si traducano in tagli lineari sui bilanci e riduzione del personale in settori strategici per i cittadini e per il Paese quali quelli della sicurezza e del soccorso pubblico”. Lo ha dichiarato in una nota il segretario generale della Federazione della Sicurezza della Cisl, Pompeo Mannone.
Finanzainchiaro
MPS: CACCIA A NUOVI
SOCI E SI GUARDA A BLACKROCK
La
dismissione del 12% di Mps da parte della Fondazione, che
scende così al 15% nel capitale della banca, accende le scommesse sui
nomi dei possibili acquirenti nonchè futuri soci del Monte. E mentre il titolo
è in altalena, con la volatiltà alle stelle, in Borsa il mercato attende di
conoscere i nomi esatti. E c'è chi alza una fiche su BlackRock, il
fondo statunitense che proprio negli ultimi giorni ha mostrato un certo
attivismo nel settore bancario italiano, salendo prima al 5% nel capitale di
Intesa Sanpaolo e poi, a distanza di poco, anche nell'azionariato di Unicredit,
sempre con una quota del 5 per cento. “A meno di quote inferiori al 2%, nei prossimi
giorni dovrebbero essere comunicati i nuovi soci che hanno rilevato delle
partecipazioni in Rocca Salimbeni e si saprà quindi il nuovo azionariato della
banca”, spiega un operatore, che poi aggiunge che si attende l'ingresso di
qualche socio con quote del 6-8%. E gli occhi vanno su BlackRock dopo
i recenti ingressi nelle due principali banche italiane e la riduzione della
quota in Telecom sotto il 5%, dal 7,789% a cui era salita lo scorso dicembre.
Il tema dei nuovi azionisti è un tema caldo per Piazza Affari. In passato erano
circolate indiscrezioni di un possibile interesse da parte di Jc Flower,
di Blackstone, che degli arabi diQatar Investment Authority e
di Aabar, oltre che di alcune fondazioni bancarie guidate
dalla Cariplo.
Intanto, interpellato sul
collocamento della Fondazione, il presidente di Mps,Alessandro Profumo,
parlando oggi a margine del comitato esecutivo Abi, ha detto che la vendita di
una quota da parte della Fondazione è una "ottima cosa, frutto del lavoro
fatto anche dalla banca". Ieri sera, infatti, su richiesta della Consob e
con riferimento alle indiscrezioni di stampa,, la Fondazione ha comunicato di
aver effettuato, nella giornata di ieri, la vendita “a mercato chiuso” di 1,4
miliardi di azioni Mps, pari all’11,98%. Considerando anche le vendite
effettuate sul mercato telematico azionario nelle giornate precedenti, la quota
detenuta dalla Fondazione Mps nella Banca Conferitaria è oggi pari al15,07%.
“Il ricavato delle vendite è prioritariamente destinato alla totale
estinzione del debito residuo nei confronti dei creditori finanziatori”, si
legge nella nota di Palazzo Sansedoni. L'operazione è avvenuta a un valore pari
a 0,239 euro per azione, a sconto del 3% sul prezzo di chiusura di ieri, per un
incasso di circa 335 milioni.
Ora il prossimo step sarà l'aumento
di capitale. “La quota dell'ente sarà ulteriormente diluita con
l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro, ancora superiore alla
capitalizzazione di mercato della banca. Per cui ribadiamo il rating reduce sul
titolo", spiega Banca Akros, che ha un target price a 0,19
euro. Target ancora più basso a 0,15 euro per Banca Imi che
aggiunge però che la cessione da parte della Fondazione “è positiva per la
banca in quanto riduce il rischio di overhang sull'azione durante l'aumento di
capitale da 3 miliardi di euro". Opinione opposta quella di Equita
sim, che ha aumentato il prezzo obiettivo a 0,31 euro, con rating buy sul
titolo, e si aspetta che “il mercato applichi un premio del 20% rispetto ai
competitor grazie all`aumento dell`appeal speculativo (con la Fondazione
all`11% post aumento di capitale) e al recupero di reddività che dovrebbe
spostare il focus dal breve al medio termine.” Equita poi aggiunge che
ipotizzando che la Fondazione partecipi all`aumento investendo il cash e vendendo
i diritti sul mercato, la quota si diluisce all`11% e, dato che la Fondazione
non può partecipare per l`intera quota detenuta attualmente, la diluzione non
cambia significativamente.
Quanto agli effetti sulla
governance, secondo la sim scendono le chances che intervenga un nuovo
azionista strategico quindi la Fondazione resta, al momento, l`azionista di
maggioranza relativa e l`azionariato diventa più frazionato perché la
Fondazione non ha possibilità di sindacare la sua quota post aumento di capitale
(11%) con un altro azionista rilevante (escluso AXA con il 2%). In ogni caso,
aumenta l`appeal speculativo di Mps che post aumento di capitale diventa la
banca più contendibile sul mercato”, commenta la sim. Che poi prosegue
ricordando Infatti che Mps è una Spa, quindi a differenza delle popolari
si applica il principio del voto proporzionale e che a differenza di Intesa
Sanpaolo, dove le Fondazioni hanno sindacato le loro quote, non c`è
all`orizzonte la possibilità di un patto di sindacato. Inoltre, a differenza di
Unicredit, dove ciascun azionista ha un cap al 5% ai diritti di voto, nel Monte
questo limite è stato rimosso. “L`aumento dell`appeal speculativo, insieme al
miglioramento della performance, supporta la nostra view che il titolo debba
trattare con multipli a premio rispetto gli altri competitor”, conclude Equita.
Professionefinanza
PIAZZA AFFARI. TITOLI
NEL MIRINO
Partenza
positiva per Piazza Affari, dove l'attenzione è concentrata su Mps, Snam,
Finmeccanica e Telecom. Ecco i principali possibili movimenti attesi.
Snam. Titolo sugli scudi a Piazza Affari dopo la presentazione del piano
strategico 2014-2017, che prevede un piano di investimenti in Italia nel
quadriennio da 6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi nel 2014, un incremento
della lunghezza della rete di trasporto di circa 1.000 km (+3% rispetto ai
32.306 km in esercizio a fine 2013) e un aumento della potenza installata nelle
centrali di compressione di circa 130 megawatt (+15% rispetto agli 867 megawatt
installati a fine 2013). Il Cda per l'esercizio 2013 ha proposto all’assemblea
degli azionisti, in programma il 15 aprile 2014 in unica convocazione, la
distribuzione di un dividendo di 0,25 euro per azione, di cui 0,10 euro
distribuiti nell’ottobre 2013 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,15
euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 22 maggio con stacco
cedola il 19 maggio e record date il 21 maggio. Intanto, Goldman Sachs ha
alzato il target price a 4,05 euro dal precedente 4 euro, con rating sell.
Eni. Il titolo potrebbe muoversi in scia alle parole del numero uno del Cane a
sei zampe, Paolo Scaroni, che parlando alla radio della BBC ha detto che la
società è prossima ad ottenere una licenza per l'esplorazione di idrocarburi al
largo del Mar Nero, in Crimea, ma a seguito dell'annuncio dell'annessione della
regione ucraina dalla Russia non sa più qual è l'interlocutore.
Finmeccanica. Titolo in luce a Piazza Affari in attesa oggi del cda per l'approvazione
dei conti del 2013. Intanto sul mercato c'è attesa per gli sviluppi di Ansaldo
Sts e Ansaldo Breda. Secondo una nota della Uilm, dopo aver sistemato la
controversia con le ferrovie olandesi Ns, Finmeccanica starebbe procedendo
"in queste ore" a mettere "sul mercato" le due aziende del
settore ferroviario.
Mps. Titolo sugli scudi dopo che ieri, su richiesta della Consob, la
Fondazione ha comunicato di aver effettuato, nella giornata di ieri, la vendita
“a mercato chiuso” di 1,4 miliardi di azioni BMps, pari all’11,98%.
Considerando anche le vendite effettuate sul mercato telematico azionario nelle
giornate precedenti, si è appreso che la quota detenuta dalla Fondazione Mps
nella Banca Conferitaria è scesa al 15,07%. Il ricavato delle vendite – fa
sapere l'ente - è prioritariamente destinato alla totale estinzione del debito
residuo nei confronti dei creditori finanziatori.
A2A. Il titolo potrebbe muoversi in seguito alla decisione di Goldman Sachs di
alzare il target price a 0,85 euro dal precedente 0,79 euro, rating sell.
Telecom. Il titolo potrebbe muoversi in attesa oggi della riunione del cda di
Telco sulle nomine future. In pole ci sarebbe l'attuale presidente di Eni,
Giuseppe Recchi, che diventerebbe il nuovo presidente della compagnia
telefonica. Tra le altre indscrezioni si è fatto anche il nome di Vito Gamberale.
Intanto, ieri si è appreso che BlackRock ha ridotto la propria quota in Telecom
sotto il 5%, dal 7,789% a cui era salito lo scorso dicembre.
Campari. Il titolo potrebbe risentire della notizia che Societe Generale ha deciso
di abbassare il target price a 5,4 euro dal precedente 5,6 euro, con rating
sell.
Fiat. Il titolo potrebbe muoversi in scia alla notizia che Fiat, in merito al
lancio dell'emissione obbligazionaria benchmark denominata in euro, ha
confermato che l’offerta sarà di ammontare nominale pari a 1 miliardo di euro e
che i titoli avranno scadenza marzo 2021, con prezzo di emissione pari al 100%
del valore nominale e cedola fissa del 4,75%.
Enel. Il titolo potrebbe premiare la decisione di Goldman Sachs di alzare il
target price a 3,5 euro dal precedente 3,3 euro, con rating sell.
Professionefinanza
MPS: LA FONDAZIONE
SCENDE AL 15%. E ORA COSA ACCADE?
La Fondazione MPS ha
comunicato ieri sera, a borse chiuse, di avere ceduto altre 1,4 miliardi di
azioni, pari all’11,98% del capitale dell’istituto senese, per un controvalore
di 335 milioni di euro. Le azioni sono state vendute a un prezzo medio di
0,2390 euro, superiore agli 0,2337 inizialmente proposti, ma a sconto di circa
il 5%, rispetto ai 24,6 centesimi a cui ieri il titolo veniva scambiato a
Piazza Affari.
In una nota, l’Ente precisa che la
somma incassata sarà utilizzata in via prioritaria all’estinzione totale del
debito residuo. Considerando che Palazzo Sansedoni aveva già venduto l’1,58% a
inizio mese, scendendo per la prima volta sotto la soglia del 30%, esso si
attesta oggi al 15,07% di MPS. In sostanza, non potendo partecipare all’aumento
di capitale da 3 miliardi di euro, la Fondazione dovrebbe diluirsi fino al 7-8%
della banca, una percentuale superiore al 4-5% finora ipotizzato, potendo
restare tra gli azionisti di peso di Rocca Salimbeni, seppure con un ruolo
certamente ridimensionato.
I segnali che si stesse procedendo
alla vendita di pacchetti consistenti di azioni MPS c’erano da settimane. Se
tra il 5 e il 6 marzo era stato scambiato in borsa il 29% del capitale
dell’istituto – salvo scoprire che a vendere era stata la famiglia Aleotti –
nelle ultime dieci sedute era passato di mano il 69,3% del capitale e il 6,2%
nella sola giornata di ieri.
L’accelerazione si è avuta quando il
prezzo del titolo si è avvicinato ai 24 centesimi a cui l’Ente ha in carico le
azioni MPS, potendo ridurre al minimo così le minusvalenze da iscrivere a
bilancio. D’altronde, la data ultima per la cessione era stata fissata al 26
maggio.
A questo punto, possiamo affermare
che il presidente Antonella Mansi ha vinto la sua scommessa, lanciata
all’assemblea dei soci di fine dicembre, quando sfidò i vertici di Siena,
facendo rinviare a dopo il 12 maggio l’aumento di capitale proposto dal cda di
MPS.
Il futuro
prossimo di MPS
Adesso, però, non si può perdere
altro tempo. A luglio scade la cedola di 330 milioni sui 4,07 miliardi di Monti-bond.
Se la banca non avesse liquidità per pagarla, il Tesoro si vedrebbe costretto a
nazionalizzarla.
Tra i nomi degli investitori
interessati ad entrare in MPS si vociferano da mesi quelli del fondo sovrano di
Abu Dhabi e del Qatar, di Pamplona e del fondo USA Jc Flowers. Quest’ultimo
potrebbe rilevare il 20%, a capo di una cordata, di cui farebbe parte anche
Blackstone.
In casa nostra, altri investitori
potrebbero intervenire. Si tratta della cordata delle Fondazioni del nord,
guidata da Giuseppe Guzzetti, nella quale figurerebbero CariVerona, CariFirenze
e CariLucca. Al contrario, gli Aleotti, come abbiamo sopra accennato, sono già
scesi dal 4% all’1%, mentre Unicoop Firenze, che possiede l’1,67%, potrebbe
scendere o azzerare la sua quota.
Stando alla tempistica approvata in
assemblea a dicembre, la ricapitalizzazione potrà avvenire successivamente alla
data del 12 maggio.
Investireoggi
CONSOB: IL FARO SPENTO SULLE AZIENDE A RISCHIO
La black e la grey list delle quotate.
Poca trasparenza sul sito dell’ente di controllo.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, in sigla Consob, pubblica nel suo sito, tra le varie rubriche, anche due elenchi molto interessanti, le cosiddette black e grey list delle società quotate alla Borsa Italiana.
Sono informazioni che possono interessare tutti gli investitori, anche se invero non ne è data una adeguata pubblicità. Infatti nel sito (www.consob.it) queste
informazioni si trovano non immediatamente; si deve cliccare alla voce “Emittenti – Società quotate”, in basso a destra si deve cliccare la voce “Obblighi di informativa periodica”, il che non è certo di immediata percezione.
LA CACCIA ALL’ELENCO NASCOSTO. Questi elenchi riguardano le società per le quali Consob richiede l’obbligo di ricevere specifiche informazioni, a cadenza mensile o trimestrale, mensile per le società in black list e trimestrale per le società in grey list. I dati più rilevanti di queste informazioni sono la posizione finanziaria netta, la posizione dei debiti scaduti e i rapporti verso parti correlate.
Nel passato, più di qualcuna delle società inserita in questi elenchi è andata poi in una qualche procedura concorsuale. Ci riferiamo specificatamente a:
I viaggi del Ventaglio S.p.A., fallita nel luglio 2010;
EUTELIA S.p.A., insolvente da dicembre 2010;
Socotherm S.p.A., in concordato preventivo dal 2010;
Monti Ascensori S.p.A., fallita in dicembre 2011;
Finarte S.p.A., fallita in marzo 2012,
società che sono state espunte dall’elenco solo nel 2013 e di tale ritardo non ne è chiara la motivazione.
Poca trasparenza sul sito dell’ente di controllo.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, in sigla Consob, pubblica nel suo sito, tra le varie rubriche, anche due elenchi molto interessanti, le cosiddette black e grey list delle società quotate alla Borsa Italiana.
Sono informazioni che possono interessare tutti gli investitori, anche se invero non ne è data una adeguata pubblicità. Infatti nel sito (www.consob.it) queste
informazioni si trovano non immediatamente; si deve cliccare alla voce “Emittenti – Società quotate”, in basso a destra si deve cliccare la voce “Obblighi di informativa periodica”, il che non è certo di immediata percezione.
LA CACCIA ALL’ELENCO NASCOSTO. Questi elenchi riguardano le società per le quali Consob richiede l’obbligo di ricevere specifiche informazioni, a cadenza mensile o trimestrale, mensile per le società in black list e trimestrale per le società in grey list. I dati più rilevanti di queste informazioni sono la posizione finanziaria netta, la posizione dei debiti scaduti e i rapporti verso parti correlate.
Nel passato, più di qualcuna delle società inserita in questi elenchi è andata poi in una qualche procedura concorsuale. Ci riferiamo specificatamente a:
I viaggi del Ventaglio S.p.A., fallita nel luglio 2010;
EUTELIA S.p.A., insolvente da dicembre 2010;
Socotherm S.p.A., in concordato preventivo dal 2010;
Monti Ascensori S.p.A., fallita in dicembre 2011;
Finarte S.p.A., fallita in marzo 2012,
società che sono state espunte dall’elenco solo nel 2013 e di tale ritardo non ne è chiara la motivazione.
Carlo Scalzotto per Finanzanostop
COME TASSARE LE RENDITE FINANZIARIE SENZA
TOCCARE IL RISPARMIO
è
molto che rifletto su come tassare le rendite finanziare, ma ogni volta che
sento l'esternazioni dei nostri politici mi accorgo che non sono in grado
neppure di distinguere risparmio e speculazioni.
Tassazione rendite: risparmio e speculazione non sono la stessa cosa!!
Chi ci governa ancora una volta dimostra di essere fuori dalla realtà e non è in grado di distinguere quelle che sono differenze sostanziali.
Chi infatti "vive" dei proventi delle rendite deve essere tassato similmente o quasi ad un imprenditore, chi invece investe i risparmi deve essere tassato in modo diverso in quanto rischia il proprio patrimonio e "aiuta" il sistema economico. Infatti, una persona che investe parte della sua pensione o del suo stipendio in Titoli di Stato o in obbligazioni di aziende, rischia il suo capitale ma finanza l’emittente che avendo liquidità può investire, produrre reddito (che poi sarà tassato) e quindi determinare benefici anche sul PIL. C'è quindi una enorme differenza tra chi vive di rendita dovuta a speculazione e chi investe in modo occulato il risparmio.
Ritengo, quindi che si debbano differenziare le imposte con questo criterio:
1) Guadagni mensili, cioè operazioni aperte e chiuse in un mese, (quando la borsa non era telematica i contratti si definivano su base mensile): tassate al 27%, in quanto chiaramente dettate da intenti speculativi mettendo così forse anche un freno alle operazioni nei momenti di alta volatilità.
2) Guadagni dovuti a operazioni poste in essere in un trimestre (in tutto il mondo esistono le scadenze trimestrali): tassate al 23%.
3) Guadagni dovuti ad operazioni superiori al trimestre ma chiuse nell’arco di un anno: tassate al 20%, in questa fascia vi sono molti possessori di bot che hanno durata non superiore all'anno.
4) Guadagni per operazioni superiori all’anno e infra quinquennali: tassate al 13 o 15% in quanto è chiaro che si inizi a parlare di risparmio e non di speculazione.
5) Guadagni per operazioni durate oltre i 5 anni: non tassate, similmente a come avviene per le vendite di immobili, in quanto è chiaro che manchi del tutto la volontà speculativa e che si tratti di vero investimento del risparmio.
Considerando, poi che non sempre il capitale, investito per così lungo tempo, una volta recuperato, pur in guadagno, avrà lo stesso potere di acquisto che aveva al momento dell’investimento, la mancata tassazione appare corretta per tutelare il piccolo risparmiatore.
6) Guadagni a seguito di vendita di partecipazioni qualificate (oltre il 2%) di società quotate in borsa: tassate sempre almeno al 25% in quanto il socio è chiaramente un imprenditore.
7) Imposte sui dividendi azionari al 23%.
8) Imposte sulle cedole obbligazionarie 15%, in quanto normalmente sono i risparmiatori che investono in obbligazioni e non gli speculatori.
Una imposta così modulata permetterebbe di tassare diversamente chi percepisce un reddito dal capitale rispetto a chi, rischiando, investe i propri risparmi. Non sarebbe neppure difficile per gli intermediari procedere come sostituti di imposta in quanto ogni operazione è tracciata telematicamente e velocemente può essere rilevato il periodo temporale. Ugualmente sarebbe opportuno modificare il bollo titoli che grava di più su chi detiene i titoli in portafoglio per lungo tempo rispetto a chi fa speculazione. L’ideale sarebbe eliminare tale bollo rimodulando la cd. Tobin Tax (gravando così di più sugli speculatori) oppure modificarlo prevedendo tetti massimi o agevolazioni per i risparmiatori.
Avv. Fabrizio Di Rella Tomasi di Lampedusa
Tassazione rendite: risparmio e speculazione non sono la stessa cosa!!
Chi ci governa ancora una volta dimostra di essere fuori dalla realtà e non è in grado di distinguere quelle che sono differenze sostanziali.
Chi infatti "vive" dei proventi delle rendite deve essere tassato similmente o quasi ad un imprenditore, chi invece investe i risparmi deve essere tassato in modo diverso in quanto rischia il proprio patrimonio e "aiuta" il sistema economico. Infatti, una persona che investe parte della sua pensione o del suo stipendio in Titoli di Stato o in obbligazioni di aziende, rischia il suo capitale ma finanza l’emittente che avendo liquidità può investire, produrre reddito (che poi sarà tassato) e quindi determinare benefici anche sul PIL. C'è quindi una enorme differenza tra chi vive di rendita dovuta a speculazione e chi investe in modo occulato il risparmio.
Ritengo, quindi che si debbano differenziare le imposte con questo criterio:
1) Guadagni mensili, cioè operazioni aperte e chiuse in un mese, (quando la borsa non era telematica i contratti si definivano su base mensile): tassate al 27%, in quanto chiaramente dettate da intenti speculativi mettendo così forse anche un freno alle operazioni nei momenti di alta volatilità.
2) Guadagni dovuti a operazioni poste in essere in un trimestre (in tutto il mondo esistono le scadenze trimestrali): tassate al 23%.
3) Guadagni dovuti ad operazioni superiori al trimestre ma chiuse nell’arco di un anno: tassate al 20%, in questa fascia vi sono molti possessori di bot che hanno durata non superiore all'anno.
4) Guadagni per operazioni superiori all’anno e infra quinquennali: tassate al 13 o 15% in quanto è chiaro che si inizi a parlare di risparmio e non di speculazione.
5) Guadagni per operazioni durate oltre i 5 anni: non tassate, similmente a come avviene per le vendite di immobili, in quanto è chiaro che manchi del tutto la volontà speculativa e che si tratti di vero investimento del risparmio.
Considerando, poi che non sempre il capitale, investito per così lungo tempo, una volta recuperato, pur in guadagno, avrà lo stesso potere di acquisto che aveva al momento dell’investimento, la mancata tassazione appare corretta per tutelare il piccolo risparmiatore.
6) Guadagni a seguito di vendita di partecipazioni qualificate (oltre il 2%) di società quotate in borsa: tassate sempre almeno al 25% in quanto il socio è chiaramente un imprenditore.
7) Imposte sui dividendi azionari al 23%.
8) Imposte sulle cedole obbligazionarie 15%, in quanto normalmente sono i risparmiatori che investono in obbligazioni e non gli speculatori.
Una imposta così modulata permetterebbe di tassare diversamente chi percepisce un reddito dal capitale rispetto a chi, rischiando, investe i propri risparmi. Non sarebbe neppure difficile per gli intermediari procedere come sostituti di imposta in quanto ogni operazione è tracciata telematicamente e velocemente può essere rilevato il periodo temporale. Ugualmente sarebbe opportuno modificare il bollo titoli che grava di più su chi detiene i titoli in portafoglio per lungo tempo rispetto a chi fa speculazione. L’ideale sarebbe eliminare tale bollo rimodulando la cd. Tobin Tax (gravando così di più sugli speculatori) oppure modificarlo prevedendo tetti massimi o agevolazioni per i risparmiatori.
Avv. Fabrizio Di Rella Tomasi di Lampedusa
Wallstreetitalia
STATO DI GUERRA IN CRIMEA E SUI MERCATI
ROMA
(WSI) - Alta tensione in Crimea, i venti di guerra soffiano sempre più forti.
Dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di accettare l'annessione della regione alla Russia, e dopo la morte di un militare ucraino - il primo morto ufficiale nello scontro Ucraina-Russia - Kiev è pronta ad affilare le armi. Tanto da ordinare alle sue truppe di "sparare a vista" contro chiunque tenti di entrare.
Occidente contro Mosca, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy cancella la sua visita in Russia e il Cremlino reagisce in modo furioso contro l'Ue: "Non hanno permesso al presidente del Consiglio europeo di venire a Mosca. La loro stessa gente", ha detto il ministero degli Esteri russo in un indignato comunicato. "Dopotutto, perché avrebbe dovuto venire a conosce la verità, se tutto è già deciso?"
Secondo il comunicato, l'Ue ha già deciso chela Russia è "colpevole" sull'Ucraina e ha imposto sanzioni basate sulla base questo assunto. "Hanno il loro 'colpevole': la Russia e il popolo della Crimea, che ha rifiutato la logica del putsch neofascista".
E intanto la guerra si combatte anche sui mercati, con la Casa Bianca che invita gli investitori a non acquistare titoli azionari russi.
Di fatto Mark Knoller, corrispondente dalla Casa Bianca per il canale televisivo CBS News scrive in un tweet che il portavoce dell'amministrazione Obama, Jay Carney, ha detto chiaramente: "Se fossi al vostro posto, non investirei nell'azionario russo in questo momento".
Dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di accettare l'annessione della regione alla Russia, e dopo la morte di un militare ucraino - il primo morto ufficiale nello scontro Ucraina-Russia - Kiev è pronta ad affilare le armi. Tanto da ordinare alle sue truppe di "sparare a vista" contro chiunque tenti di entrare.
Occidente contro Mosca, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy cancella la sua visita in Russia e il Cremlino reagisce in modo furioso contro l'Ue: "Non hanno permesso al presidente del Consiglio europeo di venire a Mosca. La loro stessa gente", ha detto il ministero degli Esteri russo in un indignato comunicato. "Dopotutto, perché avrebbe dovuto venire a conosce la verità, se tutto è già deciso?"
Secondo il comunicato, l'Ue ha già deciso chela Russia è "colpevole" sull'Ucraina e ha imposto sanzioni basate sulla base questo assunto. "Hanno il loro 'colpevole': la Russia e il popolo della Crimea, che ha rifiutato la logica del putsch neofascista".
E intanto la guerra si combatte anche sui mercati, con la Casa Bianca che invita gli investitori a non acquistare titoli azionari russi.
Di fatto Mark Knoller, corrispondente dalla Casa Bianca per il canale televisivo CBS News scrive in un tweet che il portavoce dell'amministrazione Obama, Jay Carney, ha detto chiaramente: "Se fossi al vostro posto, non investirei nell'azionario russo in questo momento".
Wallstreetitalia
PIANO COTTARELLI: TAGLIO PER 85.000 STATALI
ROMA
(WSI) - "Le bozze sono solo bozze". Così il sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, risponde ad una domanda sui numeri
dati da Carlo Cottarelli rispetto ai tagli previsti tra gli statali dalla
spending review. Lasciando la Camera Delrio dice: "Non ho nulla da
aggiungere a quello che ha già detto il presidente Renzi".
Anche per commissario Cottarelli il numero di 85.000 esuberi nella pubblica amministrazione previsto dal piano sulla spending review rappresenta comunque "una prima stima di massima" che va inquadrata sulla base delle effettive riforme che saranno realizzate nel 2014. (TMNews)
***
Statali, è tempo di migrare. La spending review rischia infatti di far fare le valigie a 16 mila dipendenti pubblici in esubero che potrebbero essere obbligati a trasferirsi ad altro ufficio, magari fuori città, mentre altri 8 mila travet in sovrannumero e più in la negli anni verrebbero accompagnati alla pensione.
Nella sessantaquattresima slide delle 72 messe a punto dal commissario per i tagli alla spesa, Carlo Cottarelli, in realtà gli esuberi dei travet sono molti di più, ben 85 mila. Cifre disconosciute da Palazzo Chigi e dal Ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
A via XX Settembre in effetti girano altri numeri, frutto di una ricognizione più prudenziale, fatta a suo tempo dagli stessi tecnici dello staff di Cottarelli. Numeri che parlano di 24 mila esuberi, sanità esclusa.
Lo stesso commissario ieri si è affrettato a precisare infatti che quella degli 85 mila esuberi «è una prima stima di massima che va affinata».
«Farò ulteriori lavori», ha assicurato riferendosi all’esercito dei quasi tre milioni di pubblici dipendenti. Anche se la sua task force una buona parte della fatica se l’è già risparmiata grazie alla ricognizione della Funzione pubblica, che lo scorso anno aveva individuato il personale in eccesso nei Ministeri, mentre per gli altri dipendenti pubblici, escluse le Regioni, il censimento lo aveva fatto l’Economia.
Una fotografia che evidenziava uffici a corto di personale e altri in sovrannumero. Con dati sulla mobilità volontaria a dir poco sconfortanti: nel 2011 solo un impiegato su mille aveva cambiato amministrazione, mentre uno su cento si era limitato a trasferirsi da un ufficio all’altro senza cambiare datore di lavoro.
Un immobilismo che genera inefficienza nella macchina della pubblica amministrazione e quindi costi, che Cottarelli vorrebbe tagliare rendendo obbligatorio quel che prima era volontario. Il meccanismo sarebbe questo.
Chi è in là con gli anni, circa 8 mila dipendenti, verrebbe accompagnato alla pensione anticipatamente. Gli altri 16 mila esuberi entrerebbero in «mobilità forzata», comunque in uffici collocati all’interno della propria regione di residenza. Chi non accetta il trasloco resterebbe per due anni con lo stipendio decurtato del 20 o 50% in attesa di trovare un altro datore di lavoro. Poi a casa. Un rischio per 5 mila ministeriali in esubero e altri 11 mila degli enti territoriali. Nel dettaglio i pericoli maggiori li correrebbero soprattutto i dipendenti Inps (3.300 esuberi tra impiegati e dirigenti), quelli dei ministeri del Lavoro, dello Sviluppo, di Agricoltura, Difesa, Ambiente, Salute e Infrastrutture. Nel mirino anche circa 1.200 addetti di Aci, Istat ed Enac.
In alternativa il menu di Cottarelli prevede: incentivi all’uscita finanziati una tantum dallo Stato; il «collocamento in disponibilità», sempre con taglio della retribuzione e una sorta di cassa integrazione dei travet, a mezzo stipendio ma con i contributi previdenziali assicurati. Il tutto condito con un taglio tra l’8 e il 12% degli stipendi dei dirigenti apicali e di prima fascia, con parte della retribuzione legata ai risultati.
All’Economia però si ragiona anche su un altro Piano. Creare con fondi pubblici una specie di camera di compensazione come già fatto per i bancari: i dipendenti in sovrannumero godrebbero di una «indennità di mobilità» in attesa di essere ricollocati, anche fuori dal perimetro pubblico. Magari grazie al supporto di una Agenzia di collocamento degli statali, sulla falsariga del modello danese. Tutte idee che rischiano di rimanere indigeste ai sindacati, che ieri ai rumors sui tagli agli statali hanno risposto parlando «di numeri costruiti solo per fare teoremi» (Cgil), mentre la Uil chiede al governo di non trattare più il pubblico impiego «come un bancomat».
Anche per commissario Cottarelli il numero di 85.000 esuberi nella pubblica amministrazione previsto dal piano sulla spending review rappresenta comunque "una prima stima di massima" che va inquadrata sulla base delle effettive riforme che saranno realizzate nel 2014. (TMNews)
***
Statali, è tempo di migrare. La spending review rischia infatti di far fare le valigie a 16 mila dipendenti pubblici in esubero che potrebbero essere obbligati a trasferirsi ad altro ufficio, magari fuori città, mentre altri 8 mila travet in sovrannumero e più in la negli anni verrebbero accompagnati alla pensione.
Nella sessantaquattresima slide delle 72 messe a punto dal commissario per i tagli alla spesa, Carlo Cottarelli, in realtà gli esuberi dei travet sono molti di più, ben 85 mila. Cifre disconosciute da Palazzo Chigi e dal Ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
A via XX Settembre in effetti girano altri numeri, frutto di una ricognizione più prudenziale, fatta a suo tempo dagli stessi tecnici dello staff di Cottarelli. Numeri che parlano di 24 mila esuberi, sanità esclusa.
Lo stesso commissario ieri si è affrettato a precisare infatti che quella degli 85 mila esuberi «è una prima stima di massima che va affinata».
«Farò ulteriori lavori», ha assicurato riferendosi all’esercito dei quasi tre milioni di pubblici dipendenti. Anche se la sua task force una buona parte della fatica se l’è già risparmiata grazie alla ricognizione della Funzione pubblica, che lo scorso anno aveva individuato il personale in eccesso nei Ministeri, mentre per gli altri dipendenti pubblici, escluse le Regioni, il censimento lo aveva fatto l’Economia.
Una fotografia che evidenziava uffici a corto di personale e altri in sovrannumero. Con dati sulla mobilità volontaria a dir poco sconfortanti: nel 2011 solo un impiegato su mille aveva cambiato amministrazione, mentre uno su cento si era limitato a trasferirsi da un ufficio all’altro senza cambiare datore di lavoro.
Un immobilismo che genera inefficienza nella macchina della pubblica amministrazione e quindi costi, che Cottarelli vorrebbe tagliare rendendo obbligatorio quel che prima era volontario. Il meccanismo sarebbe questo.
Chi è in là con gli anni, circa 8 mila dipendenti, verrebbe accompagnato alla pensione anticipatamente. Gli altri 16 mila esuberi entrerebbero in «mobilità forzata», comunque in uffici collocati all’interno della propria regione di residenza. Chi non accetta il trasloco resterebbe per due anni con lo stipendio decurtato del 20 o 50% in attesa di trovare un altro datore di lavoro. Poi a casa. Un rischio per 5 mila ministeriali in esubero e altri 11 mila degli enti territoriali. Nel dettaglio i pericoli maggiori li correrebbero soprattutto i dipendenti Inps (3.300 esuberi tra impiegati e dirigenti), quelli dei ministeri del Lavoro, dello Sviluppo, di Agricoltura, Difesa, Ambiente, Salute e Infrastrutture. Nel mirino anche circa 1.200 addetti di Aci, Istat ed Enac.
In alternativa il menu di Cottarelli prevede: incentivi all’uscita finanziati una tantum dallo Stato; il «collocamento in disponibilità», sempre con taglio della retribuzione e una sorta di cassa integrazione dei travet, a mezzo stipendio ma con i contributi previdenziali assicurati. Il tutto condito con un taglio tra l’8 e il 12% degli stipendi dei dirigenti apicali e di prima fascia, con parte della retribuzione legata ai risultati.
All’Economia però si ragiona anche su un altro Piano. Creare con fondi pubblici una specie di camera di compensazione come già fatto per i bancari: i dipendenti in sovrannumero godrebbero di una «indennità di mobilità» in attesa di essere ricollocati, anche fuori dal perimetro pubblico. Magari grazie al supporto di una Agenzia di collocamento degli statali, sulla falsariga del modello danese. Tutte idee che rischiano di rimanere indigeste ai sindacati, che ieri ai rumors sui tagli agli statali hanno risposto parlando «di numeri costruiti solo per fare teoremi» (Cgil), mentre la Uil chiede al governo di non trattare più il pubblico impiego «come un bancomat».
Wallstreetitalia
CAOS CARTELLE EQUITALIA. IN FILA PER SAPERE
QUANTO PAGARE
MILANO
(WSI) - Piccola scalinata, una porta a vetri: sul primo sportello che
s’incontra c’è scritto «informazioni», e alle 10 e venti di ieri mattina,
dietro il vetro, un impiegato si lamenta al telefono con un funzionario:
«Scusa, ma la coda sta diventando ingestibile».
Ufficio dell’anagrafe del Comune di Milano. Qui Equitalia, da un paio di mesi, ha depositato una mastodontica mole di cartelle esattoriali. Quelle che prima venivano recapitate a casa dei cittadini, con una raccomandata.
Nella «casa comunale» approdavano solo le cartelle degli «irreperibili», per lo più stranieri, andati a vivere chissà dove e ai quali era impossibile notificare gli avvisi di pagamento.
Da qualche settimana invece, in città, è in corso una mutazione di cui nessuno sa dare conto: il popolo degli «irreperibili» è aumentato a dismisura. Una sola cosa è chiara. Equitalia sta lasciando in Comune anche molte cartelle di persone che invece hanno una residenza ben definita. E che oggi sono costrette a una piccola odissea burocratica per andare a ritirare la cartella, tra ritardi, confusione, appuntamenti telefonici e prenotazioni che saltano.
Per avere un’idea: in soli due giorni, il 12 e il 14 marzo, Equitalia ha rovesciato sul Comune 1.695 cartelle esattoriali.
La bastonata: tasse e multe arretrate da pagare. E la beffa: l’ordine di pagamento bisogna andare a ritirarselo. Che succede? Difficile spiegare. Poche certezze. Nel grande salone dell’anagrafe di Milano è comparso un cartello: «Ritiro atti Equitalia già prenotati».
Quel servizio, prima, era piuttosto residuale. Oggi, invece, assorbe decine di persone in coda ogni mattina, e molti impiegati. Ogni tanto, poi, si inceppa: 10 marzo scorso, solita fila di cittadini; per un errore, dai magazzini sono però arrivate le cartelle da consegnare alle persone prenotate per il giorno dopo. Risultato, una mattinata buttata.
Il meccanismo, in sé, è banale: invece che spedire gli atti, Equitalia manda a casa un «avviso di deposito» che dice di andare in Comune a ritirare la cartella. Commento (logico) di un uomo in attesa ieri mattina: «Ma se ho ricevuto la lettera e sono qui, significa che non sono affatto un "irreperibile"». Spiega l’avvocato Maria Cristina Pustorino: «Quella in "casa comunale" è una modalità di notifica irregolare e crea un grave disagio sia per i cittadini, sia per l’ente pubblico che si trova a gestire un aggravio di lavoro di cui non dovrebbe farsi carico».
E questo è il passaggio successivo. Il Comune di Milano, che si ritrova a gestire le consegne per questa massa di «irreperibili» (che invece poi si presentano ligi e puntuali a prendere gli atti che li riguardano), ha già chiesto a Equitalia una relazione «anche a tutela dei cittadini, che non possono e non devono subire i disagi legati alle procedure seguite dalla società. Proprio il fatto di non avere il diretto controllo sulla riscossione - spiegano da Palazzo Marino - è uno dei motivi per cui il Comune sta passando in questi mesi alla riscossione in proprio».
Perché il tema di fondo resta quello: quanto si incassa. Tra 2000 e 2011, Equitalia ha inviato oltre un milione e 640 mila cartelle per debiti dei cittadini verso il Comune di Milano. Incasso complessivo (previsto): 890 milioni (470 per multe non pagate, oltre 270 per la tassa sull’immondizia), una somma che basterebbe a risanare il bilancio per anni. Somma realmente incassata: meno di un decimo, 66 milioni.
Per questo Milano sta passando alla riscossione «in proprio». E per questo l’esercito dei «falsi irreperibili» rischia di rappresentare un nuovo rischio: alcuni avvocati stanno già inserendo la notifica in «casa comunale» nei loro ricorsi contro le cartelle.
Ufficio dell’anagrafe del Comune di Milano. Qui Equitalia, da un paio di mesi, ha depositato una mastodontica mole di cartelle esattoriali. Quelle che prima venivano recapitate a casa dei cittadini, con una raccomandata.
Nella «casa comunale» approdavano solo le cartelle degli «irreperibili», per lo più stranieri, andati a vivere chissà dove e ai quali era impossibile notificare gli avvisi di pagamento.
Da qualche settimana invece, in città, è in corso una mutazione di cui nessuno sa dare conto: il popolo degli «irreperibili» è aumentato a dismisura. Una sola cosa è chiara. Equitalia sta lasciando in Comune anche molte cartelle di persone che invece hanno una residenza ben definita. E che oggi sono costrette a una piccola odissea burocratica per andare a ritirare la cartella, tra ritardi, confusione, appuntamenti telefonici e prenotazioni che saltano.
Per avere un’idea: in soli due giorni, il 12 e il 14 marzo, Equitalia ha rovesciato sul Comune 1.695 cartelle esattoriali.
La bastonata: tasse e multe arretrate da pagare. E la beffa: l’ordine di pagamento bisogna andare a ritirarselo. Che succede? Difficile spiegare. Poche certezze. Nel grande salone dell’anagrafe di Milano è comparso un cartello: «Ritiro atti Equitalia già prenotati».
Quel servizio, prima, era piuttosto residuale. Oggi, invece, assorbe decine di persone in coda ogni mattina, e molti impiegati. Ogni tanto, poi, si inceppa: 10 marzo scorso, solita fila di cittadini; per un errore, dai magazzini sono però arrivate le cartelle da consegnare alle persone prenotate per il giorno dopo. Risultato, una mattinata buttata.
Il meccanismo, in sé, è banale: invece che spedire gli atti, Equitalia manda a casa un «avviso di deposito» che dice di andare in Comune a ritirare la cartella. Commento (logico) di un uomo in attesa ieri mattina: «Ma se ho ricevuto la lettera e sono qui, significa che non sono affatto un "irreperibile"». Spiega l’avvocato Maria Cristina Pustorino: «Quella in "casa comunale" è una modalità di notifica irregolare e crea un grave disagio sia per i cittadini, sia per l’ente pubblico che si trova a gestire un aggravio di lavoro di cui non dovrebbe farsi carico».
E questo è il passaggio successivo. Il Comune di Milano, che si ritrova a gestire le consegne per questa massa di «irreperibili» (che invece poi si presentano ligi e puntuali a prendere gli atti che li riguardano), ha già chiesto a Equitalia una relazione «anche a tutela dei cittadini, che non possono e non devono subire i disagi legati alle procedure seguite dalla società. Proprio il fatto di non avere il diretto controllo sulla riscossione - spiegano da Palazzo Marino - è uno dei motivi per cui il Comune sta passando in questi mesi alla riscossione in proprio».
Perché il tema di fondo resta quello: quanto si incassa. Tra 2000 e 2011, Equitalia ha inviato oltre un milione e 640 mila cartelle per debiti dei cittadini verso il Comune di Milano. Incasso complessivo (previsto): 890 milioni (470 per multe non pagate, oltre 270 per la tassa sull’immondizia), una somma che basterebbe a risanare il bilancio per anni. Somma realmente incassata: meno di un decimo, 66 milioni.
Per questo Milano sta passando alla riscossione «in proprio». E per questo l’esercito dei «falsi irreperibili» rischia di rappresentare un nuovo rischio: alcuni avvocati stanno già inserendo la notifica in «casa comunale» nei loro ricorsi contro le cartelle.
Wallstreetitalia
CAOS VENEZUELA, INFLAZIONE AL 57%
NEW
YORK (WSI) - Con un tasso di inflazione annuo che ha raggiunto il 57% e
violenti scontri tra manifestanti pro e contro il governo, il Venezuela
è nel caos totale. Il presidente Nicolas Maduro, che è succeduto a Hugo
Chavez, vincendo di misura le presidenziali dello scorso aprile, ha subito
dovuto affrontare numerosi problemi.
NPR riporta come uno fra tutti sia la carenza di cibo; il governo punta il dito contro gli imprenditori, che a suo avviso avrebbero scatenato una guerra economica senza precedenti all'interno del Paese.
Ma l’instabilità e l’insicurezza non sono i soli problemi per i venezuelani, come detto l’ondata inflazionistica record e la mancanza di riserve di beni di prima necessità stanno mettendo in ginocchio il Paese: "Non c‘è più caffé, farina, olio, burro, cereali. Mancano i beni di prima necessità, non di lusso".
"Quando scopriamo che c'è qualcosa di cui abbiamo bisogno in uno dei supermercati, dobbiamo alzarci molto presto per arrivarci", dichiarano le donne arrabbiate e deluse.
Nello slum di Antimano, le donne sono in fila davanti ad un negozio da ore. Dicono che non sanno cosa c'è in offerta, ma sono in coda comunque.
È un segnale di come la gente sia preoccupata e di come non sa come andare avanti. La situazione è preoccupante a tal punto che anche solo un rotolo di carte igienica viene considerato come una specie di "bottino di guerra".
NPR riporta come uno fra tutti sia la carenza di cibo; il governo punta il dito contro gli imprenditori, che a suo avviso avrebbero scatenato una guerra economica senza precedenti all'interno del Paese.
Ma l’instabilità e l’insicurezza non sono i soli problemi per i venezuelani, come detto l’ondata inflazionistica record e la mancanza di riserve di beni di prima necessità stanno mettendo in ginocchio il Paese: "Non c‘è più caffé, farina, olio, burro, cereali. Mancano i beni di prima necessità, non di lusso".
"Quando scopriamo che c'è qualcosa di cui abbiamo bisogno in uno dei supermercati, dobbiamo alzarci molto presto per arrivarci", dichiarano le donne arrabbiate e deluse.
Nello slum di Antimano, le donne sono in fila davanti ad un negozio da ore. Dicono che non sanno cosa c'è in offerta, ma sono in coda comunque.
È un segnale di come la gente sia preoccupata e di come non sa come andare avanti. La situazione è preoccupante a tal punto che anche solo un rotolo di carte igienica viene considerato come una specie di "bottino di guerra".
Wallstreetitalia
FED: LA “PRIMA” DELLA YELLEN
LEGNANO
(WSI) - Sta avendo luogo la prima riunione del FOMC capitanata da Janet Yellen
e questa sera la decisione sui tassi di interesse e sulle eventuali modifiche
al piano di allentamento monetario in atto negli Stati Uniti sarà seguita dalla
sua prima conferenza stampa, sulla quale ci concentreremo in modo particolare e
che seguiremo insieme alle ore 19.30.
Tapering e tassi
Il mercato, siamo sinceri, non si aspetta granché dal meeting della Fed che terminerà stasera. La nuova presidente della Fed, quando si è espressa di fronte alla Camera durante il suo primo discorso pubblico, ha passato a nostro parere due messaggi principali: continuità rispetto a quanto cominciato sotto la guida di Bernanke, a livello di riduzione degli acquisti di asset a sostegno dell’economia, e prudenza nel voler normalizzare il quantitative Easing, al fine di evitare ricadute dell’economia americana che attualmente viaggia ancora lontana dai livelli di piena occupazione desiderati e ricercati dal FOMC (pur essendo molto vicini alla soglia dek 6.5% comunicata ai mercati l’anno scorso).
Riteniamo pertanto che questa sera si potrebbe procedere con un taglio di 10 miliardi (con una probabilità stimata pari al 90%) al fine di non destabilizzare i mercati e di fornire un indirizzo chiaro di azione.
Ci sarà tempo, magari a partire dalla prossima riunione, per frenare eventualmente il ritmo dei tagli sugli acquisti (sempre che si dovesse rendere necessario), andando a preparare i mercati in anticipo rispetto ad una tale mossa.
L’influenza sui mercati
I mercati potrebbero reagire andando a premiare i listini, vista la ingente quantità di dollari che comunque rimarrebbe in circolazione e che potrebbero alimentare degli acquisti, con un dollaro tendenzialmente venduto a finanziare tali eventuali acquisti di rischio.
Non escludiamo che nell’immediatezza post comunicazione possa anche verificarsi uno scenario contrario, con borse che potrebbero tentare delle prese di profitto e con il dollaro in risalita, prima di assistere allo scenario principale ipotizzato.
Dobbiamo però renderci conto che, come anticipato, tale taglio è più che aspettato dai mercati, sarà dunque importante ascoltare la conferenza stampa della Yellen per comprendere se ci darà ulteriori indicazioni sulla forward guidance americana. In caso di dichiarazioni dovish, lo scenario principale resta immutato.
QUADRO TECNICO
EurUsd: parlare di incertezza del mercato risulta quantomeno riduttivo. Ieri la moneta unica europea non è riuscita ad effettuare rotture direzionali, in attesa di quello che questa sera ci verrà comunicato. Si sta formando una figura a triangolo che si può notare su un time frame a 4 ore che potrebbe portare ad ulteriori rivalutazioni della moneta unica europea, da valutare su un eventuale rottura di area 1.3950 che potrebbe condurre le quotazioni verso i livelli di massimo passanti per 1.3965, area oltre la quale potrebbero cominciare a passare degli stop, che se colpiti potrebbero portare a tentativi di accelerazione verso l’alto. Operativamente è possibile attendersi dei tentativi di salita nel momento in cui dovessimo vedere oltrepassati i massimi, con tutta l’area che si estende tra 1.3985 e 1.40 ¼ che potrebbe intervenire come resistenza frenando le quotazioni in qualsiasi momento. Potrebbe essere opportuno dunque valutare dei trailing stop veloci e ragionare su 1.4050 come potenziale area di rottura definitiva. Un ritorno sotto area 1.38 ¾ potrebbe risultare propedeutico a tentativi di accelerazione verso area 1.3835/50, che se superata di almeno una quindicina di punti potrebbe lasciare spazio a rivalutazioni del dollaro che potrebbero presentare target in area 1.3785.
UsdJpy: mercato sotto la media mobile a 21 periodi a 4 ore che sta funzionando ancora come resistenza dinamica che sta contenendo le quotazioni, incapaci tuttavia di scendere sotto i supporti statici individuabili in area 101.20. La media insieme alle resistenze statiche passanti appena sotto 102.00 potrebbe rappresentare un’area dove pensare a vendite di dollari con l’idea che un superamento di area 102.10 potrebbe portare ad estensioni verso il più importante 102.30, area che se superata potrebbe portare ad estensioni verso 102.45.
EurJpy: le resistenze passanti per 142.00 hanno tenuto molto bene, così come i support in area 140.50. Questi i livelli da curare per pensare ad eventuali vendite in limit sulle resistenze, tenendo conto che un loro superamento (da valutare con più probabilità oltre 142 ¼) potrebbe accompagnare i prezzi verso 142.60 ed acquisti sui supporti, con l’idea che un approfondimento oltre 140.35 potrebbe lasciare spazio verso 139.75 ed in estensione 139.40.
GbpUsd: Mercato che ha rotto a ribasso i supporti di breve periodo e che su un 4 ore sta fornendo potenziali indicazioni di acquisto, data la distribuzione laterale del prezzo ed il posizionamento dello stocastico vicino ad un giro a rialzo vicino alla zona di ipervenduto. Buono il risk reward per valutare degli eventuali stop e reverse sotto area 1.6530.
AudUsd: prezzi che hanno raggiunto una possibile area di doppio massimo e che stanno correggendo sopra gli ultimi supporti statici orari e nei pressi della media a 21 oraria. Una tenuta di questi livelli potrebbe portare a ripartenze che se dovessero superare i massimi di ieri potrebbero indirizzare le quotazioni verso 0.9160 ed in estensione 0.9200, mentre in caso di superamento ribassista di area 0.9060/75 potrebbe essere possibile attendersi accelerazioni verso 0.9050 ed in estensione 20.
Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved
Tapering e tassi
Il mercato, siamo sinceri, non si aspetta granché dal meeting della Fed che terminerà stasera. La nuova presidente della Fed, quando si è espressa di fronte alla Camera durante il suo primo discorso pubblico, ha passato a nostro parere due messaggi principali: continuità rispetto a quanto cominciato sotto la guida di Bernanke, a livello di riduzione degli acquisti di asset a sostegno dell’economia, e prudenza nel voler normalizzare il quantitative Easing, al fine di evitare ricadute dell’economia americana che attualmente viaggia ancora lontana dai livelli di piena occupazione desiderati e ricercati dal FOMC (pur essendo molto vicini alla soglia dek 6.5% comunicata ai mercati l’anno scorso).
Riteniamo pertanto che questa sera si potrebbe procedere con un taglio di 10 miliardi (con una probabilità stimata pari al 90%) al fine di non destabilizzare i mercati e di fornire un indirizzo chiaro di azione.
Ci sarà tempo, magari a partire dalla prossima riunione, per frenare eventualmente il ritmo dei tagli sugli acquisti (sempre che si dovesse rendere necessario), andando a preparare i mercati in anticipo rispetto ad una tale mossa.
L’influenza sui mercati
I mercati potrebbero reagire andando a premiare i listini, vista la ingente quantità di dollari che comunque rimarrebbe in circolazione e che potrebbero alimentare degli acquisti, con un dollaro tendenzialmente venduto a finanziare tali eventuali acquisti di rischio.
Non escludiamo che nell’immediatezza post comunicazione possa anche verificarsi uno scenario contrario, con borse che potrebbero tentare delle prese di profitto e con il dollaro in risalita, prima di assistere allo scenario principale ipotizzato.
Dobbiamo però renderci conto che, come anticipato, tale taglio è più che aspettato dai mercati, sarà dunque importante ascoltare la conferenza stampa della Yellen per comprendere se ci darà ulteriori indicazioni sulla forward guidance americana. In caso di dichiarazioni dovish, lo scenario principale resta immutato.
QUADRO TECNICO
EurUsd: parlare di incertezza del mercato risulta quantomeno riduttivo. Ieri la moneta unica europea non è riuscita ad effettuare rotture direzionali, in attesa di quello che questa sera ci verrà comunicato. Si sta formando una figura a triangolo che si può notare su un time frame a 4 ore che potrebbe portare ad ulteriori rivalutazioni della moneta unica europea, da valutare su un eventuale rottura di area 1.3950 che potrebbe condurre le quotazioni verso i livelli di massimo passanti per 1.3965, area oltre la quale potrebbero cominciare a passare degli stop, che se colpiti potrebbero portare a tentativi di accelerazione verso l’alto. Operativamente è possibile attendersi dei tentativi di salita nel momento in cui dovessimo vedere oltrepassati i massimi, con tutta l’area che si estende tra 1.3985 e 1.40 ¼ che potrebbe intervenire come resistenza frenando le quotazioni in qualsiasi momento. Potrebbe essere opportuno dunque valutare dei trailing stop veloci e ragionare su 1.4050 come potenziale area di rottura definitiva. Un ritorno sotto area 1.38 ¾ potrebbe risultare propedeutico a tentativi di accelerazione verso area 1.3835/50, che se superata di almeno una quindicina di punti potrebbe lasciare spazio a rivalutazioni del dollaro che potrebbero presentare target in area 1.3785.
UsdJpy: mercato sotto la media mobile a 21 periodi a 4 ore che sta funzionando ancora come resistenza dinamica che sta contenendo le quotazioni, incapaci tuttavia di scendere sotto i supporti statici individuabili in area 101.20. La media insieme alle resistenze statiche passanti appena sotto 102.00 potrebbe rappresentare un’area dove pensare a vendite di dollari con l’idea che un superamento di area 102.10 potrebbe portare ad estensioni verso il più importante 102.30, area che se superata potrebbe portare ad estensioni verso 102.45.
EurJpy: le resistenze passanti per 142.00 hanno tenuto molto bene, così come i support in area 140.50. Questi i livelli da curare per pensare ad eventuali vendite in limit sulle resistenze, tenendo conto che un loro superamento (da valutare con più probabilità oltre 142 ¼) potrebbe accompagnare i prezzi verso 142.60 ed acquisti sui supporti, con l’idea che un approfondimento oltre 140.35 potrebbe lasciare spazio verso 139.75 ed in estensione 139.40.
GbpUsd: Mercato che ha rotto a ribasso i supporti di breve periodo e che su un 4 ore sta fornendo potenziali indicazioni di acquisto, data la distribuzione laterale del prezzo ed il posizionamento dello stocastico vicino ad un giro a rialzo vicino alla zona di ipervenduto. Buono il risk reward per valutare degli eventuali stop e reverse sotto area 1.6530.
AudUsd: prezzi che hanno raggiunto una possibile area di doppio massimo e che stanno correggendo sopra gli ultimi supporti statici orari e nei pressi della media a 21 oraria. Una tenuta di questi livelli potrebbe portare a ripartenze che se dovessero superare i massimi di ieri potrebbero indirizzare le quotazioni verso 0.9160 ed in estensione 0.9200, mentre in caso di superamento ribassista di area 0.9060/75 potrebbe essere possibile attendersi accelerazioni verso 0.9050 ed in estensione 20.
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Wallstreetitalia
5 AZIONI DA VALUTARE PER
CHI AMA IL RISCHIO
Viste le previsioni sulla volatilità,
spesso gli investitori puntano sulle sottovalutazioni. Un rischio senza dubbio,
ma pur sempre una opportunità di riuscire a strappare ulteriori guadagni,
quindi una strategia per molti ma non per tutti.
Nel caso ecco 5 suggerimenti utili
Groupon 8,36
dollari
Crollato dopo un report su conti che
hanno deluso molti analisti, potrebe però riuscire a risalire sull’onda di una
redditività futura intravista dagli esperti con un fatturato che potrebbe
toccare il +23% nel 2014. Un paio d’anni fa, al suo debutto a Wall Street,
l’azione era senza dubbio troppo costosa, per quanto invece ha offerto, eppure
adesso, contrappasso dantesco, l’azione può sfruttare un mega sconto come
quelli che lo stesso gruppo è solito offrire ai suoi clienti.
Allied
Nevada Gold 6,39 dollari
Società che si occupa di estrarre
metalli preziosi come oro e argento, adesso potrebbe avvantaggiarsi del rialzo
proprio del metallo giallo,sfruttando anche un taglio sui costi di estrazione
che gli ha permesso di avere un +59% di ricavo sull’oro e un +23% sull’argento
per il 2013.
Frontier
Communications 4,99 dollari
Chi offre rendimenti elevati nel
regno degli stock a basso prezzo potrebbe essere qualcosa di pericoloso,
soprattutto sul lungo termine, ma a quanto dice Rick Munarriz sembra ci sia una certa stabilità in qull’8% di rendimento
da parte del titolo. Anche perchè nel regno delle tlc le entrate sono elementi
soggetti facilmente a drastici cali e infatti nel suo ultimo trimestre ha
dovuto registrare un leggero calo, cosa che però non gli ha impedito di
mantenere una certa redditività. Resta comunque pur sempre una scommessa da
verificare.
JetBlue 8,68
dollari
compagnia aerea low- cost con
prospettive interessanti in un settore in cui il rafforzamento (previsto) ed il
miglioramento dell'economia globale possono rivelarsi la leva per il
cambiamento. Gli analisti vedono ricavi e EPS rispettivamente a +10 % e 35% per
il 2014 oltre a una serie di feedback positivi da parte della sua clientela,
cosa piuttosto rara in questo campo.
Sirius XM
Radio 3,44 dollari
Radio satellitare, nata dalla
fusione tra XM Radio e Sirius. ha registrato in passato periodi di difficoltà
dai quali si sta riprendendo anche considerando il problema (per loro sarà
sicuramente tale) di alternative di tutti i tipi per chi alla radio può
sfruttare alternative gratuite o con abbonamenti risibili. Anche in questo caso
perciò si tratta di una scommessa che si gioca sui contenuti e soprattutto
sugli accordi con i produttori di automobili che includono di default i
ricevitori necessari per ascoltarla (quelli standard non sono abilitati)
Rossana Prezioso per
Trend-online
CAMFIN, IL TAR DA’ RAGIONE ALLA CONSOB SU PREZZO OPA
La
seconda sezione del Tar del Lazio, secondo fonti vicine alla vicenda, ha
bocciato il ricorso di Lauro 61 contro la decisione della Consob di alzare il
prezzo dell'opa su Camfin da 0,80 a 0,83 euro. Al contempo ha respinto il
ricorso dei fondi Antares che avevano chiesto a novembre 2013 il rialzo del
prezzo dell'opa a 0,99 euro.
L'offerta pubblica di acquisto lanciata da Lauro 61, veicolo partecipato da Marco Tronchetti Provera, Clessidra, Unicredit e Intesa Sanpaolo, a 0,80 euro per ogni azione di Camfin, ossia del socio di riferimento di Pirelli con il 26,19% del capitale, era stata contestata dalla Consob che aveva chiesto di alzare il prezzo dell'offerta ritenendo che i Malacalza, oggi titolari del 6,98% di Pirelli e allora anche soci di Camfin, avessero agito di concerto con Lauro 61 ottenendo un trattamento di favore.
Successivamente l'operazione è stata contestata anche dai fondi Antares, i quali ritenevano che ai soci di minoranza Camfin doveva essere riconosciuto lo stesso vantaggio che la famiglia Malacalza ha avuto acquistando le azioni Pirelli da Allianz e Fonsai a 7,80 euro, contro un prezzo medio di mercato al momento dell'annuncio, il 5 giugno, calcolato a 8,956 euro. ù
Mentre Lauro 61 ha sempre sostenuto che le operazioni che hanno coinvolto Malacalza in Camfin e in Pirelli erano da ritenersi totalmente separate e che il riassetto di Camfin prevedeva il lancio di un'opa a 0,80 euro indipendentemente dalla decisione di uscire da parte degli imprenditori liguri e dalla volontà degli stessi di entrare in Pirelli. Il prezzo per l'acquisto delle azioni Camfin, riportava l'offerente in una nota dello scorso 4 settembre, è stato fissato a 0,80 da Lauro61 in epoca non sospetta ed esclusivamente sulla base dell'andamento dei prezzi di mercato. Lauro 61 ha comunque già costituito un fondo vincolato per il sovrapprezzo. L'ultima istanza potrebbe essere il ricorso al Consiglio di Stato.
L'offerta pubblica di acquisto lanciata da Lauro 61, veicolo partecipato da Marco Tronchetti Provera, Clessidra, Unicredit e Intesa Sanpaolo, a 0,80 euro per ogni azione di Camfin, ossia del socio di riferimento di Pirelli con il 26,19% del capitale, era stata contestata dalla Consob che aveva chiesto di alzare il prezzo dell'offerta ritenendo che i Malacalza, oggi titolari del 6,98% di Pirelli e allora anche soci di Camfin, avessero agito di concerto con Lauro 61 ottenendo un trattamento di favore.
Successivamente l'operazione è stata contestata anche dai fondi Antares, i quali ritenevano che ai soci di minoranza Camfin doveva essere riconosciuto lo stesso vantaggio che la famiglia Malacalza ha avuto acquistando le azioni Pirelli da Allianz e Fonsai a 7,80 euro, contro un prezzo medio di mercato al momento dell'annuncio, il 5 giugno, calcolato a 8,956 euro. ù
Mentre Lauro 61 ha sempre sostenuto che le operazioni che hanno coinvolto Malacalza in Camfin e in Pirelli erano da ritenersi totalmente separate e che il riassetto di Camfin prevedeva il lancio di un'opa a 0,80 euro indipendentemente dalla decisione di uscire da parte degli imprenditori liguri e dalla volontà degli stessi di entrare in Pirelli. Il prezzo per l'acquisto delle azioni Camfin, riportava l'offerente in una nota dello scorso 4 settembre, è stato fissato a 0,80 da Lauro61 in epoca non sospetta ed esclusivamente sulla base dell'andamento dei prezzi di mercato. Lauro 61 ha comunque già costituito un fondo vincolato per il sovrapprezzo. L'ultima istanza potrebbe essere il ricorso al Consiglio di Stato.
Milano Finanza
COMMENTO IN CHIUSURA
Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta di attesa per
le decisioni della Federal Reserve e per le parole del governatore Janet Yellen
alle ore 19:30. Il mercato si attende un proseguimento del tapering, ovvero la
riduzione graduale del programma mensile di acquisto titoli della Banca
centrale Usa. Secondo il 76% degli economisti interpellati dal sondaggio di
Bloomberg News il braccio operativo della banca centrale Usa potrebbe decidere
di muoversi verso una "guidance più qualitativa": non più legata a un
solo dato (ovvero il 6,5% del tasso di disoccupazione), ma anche ad altri
indicatori economici.
Sullo sfondo restano le tensioni in Ucraina dopo che ieri Putin ha firmato l´annessione della Crimea alla Russia e la Casa Bianca ha convocato una riunione del G7 per la prossima settimana per fornire ulteriori risposte a Mosca. Nell´attesa della Fed a Piazza Affari l´indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,29% a 20.976,99 punti.
Nel comparto bancario i riflettori sono rimasti puntati sul Montepaschi (-2,03% a 0,241 euro) La Fondazione Mps ha ceduto il 12% del Montepaschi, portando a casa 335 milioni di euro che saranno destinati ad estinguere il debito dell´ente senese nei confronti con le banche. Dopo l´operazione, avvenuta attraverso un "accelerated bookbuilding", Palazzo Sansedoni si trova in mano il 15,07% di Rocca Salimbeni. In territorio negativo sono finite anche Banco Popolare (-1,25% a 17,37 euro) e Unicredit (-0,77% a 6,48 euro).
Positiva invece la Popolare di Milano (+0,37% a 0,6825 euro) con il consigliere delegato Giuseppe Castagna che si è detto fiducioso in merito al prossimo aumento di capitale da 500 milioni che piazza Meda effettuerà tra fine aprile e inizio maggio. Segno più per Intesa SanPaolo (+0,98% a 2,262 euro) e meno per Mediobanca (-0,51% a 7,785 euro).
Enel è avanzata dello 0,34% a 4,10 euro con gli analisti di Deutsche Bank che hanno analizzato il piano industriale che prevede investimenti da 25,7 miliardi di euro previsto entro il 2018 e un tasso di crescita annuo dell´utile netto del 10%. Tuttavia gli esperti vedono un rischio su questi utili nel caso in cui il management non riesca a portare a termine il programma di acquisto delle minority in corso.
Il piano è quello di investire 9,7 miliardi di euro tra acquisto delle minoranze e acquisizioni, finanziato da 6 miliardi di cessioni e free cash flow. A detta di Deutsche Bank questa è una strategia interessante ma non facile da portare avanti. Non si è arrestato il trend ribassista di Pirelli che ha lasciato sul parterre il 2,11% a 11,11 euro.
Debole Snam (-0,62% a 4,174 euro) dopo la presentazione del piano strategico 2014.2017 da cui è emerso un piano di investimenti in Italia nel quadriennio da 6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi nel 2014. Il piano prevede un incremento della lunghezza della rete di trasporto di circa 1.000 km e un incremento della potenza installata nelle centrali di compressione di circa 130 megawatt.
Yoox è rimbalzata dopo la deludente performance di ieri. Il titolo, dopo aver lasciato sul parterre oltre 3 punti percentuali, oggi è salito dello 0,21% a 28,19 euro. Ieri a pesare sull´andamento di Yoox il taglio delle stime sui margini per il 2014 e il 2015 deciso dalla concorrente britannica Asos, che ha inoltre visto la crescita dei ricavi rallentare a +26% nei primi due mesi del 2014 rispetto al +38% medio degli ultimi quattro mesi del 2013
Sullo sfondo restano le tensioni in Ucraina dopo che ieri Putin ha firmato l´annessione della Crimea alla Russia e la Casa Bianca ha convocato una riunione del G7 per la prossima settimana per fornire ulteriori risposte a Mosca. Nell´attesa della Fed a Piazza Affari l´indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,29% a 20.976,99 punti.
Nel comparto bancario i riflettori sono rimasti puntati sul Montepaschi (-2,03% a 0,241 euro) La Fondazione Mps ha ceduto il 12% del Montepaschi, portando a casa 335 milioni di euro che saranno destinati ad estinguere il debito dell´ente senese nei confronti con le banche. Dopo l´operazione, avvenuta attraverso un "accelerated bookbuilding", Palazzo Sansedoni si trova in mano il 15,07% di Rocca Salimbeni. In territorio negativo sono finite anche Banco Popolare (-1,25% a 17,37 euro) e Unicredit (-0,77% a 6,48 euro).
Positiva invece la Popolare di Milano (+0,37% a 0,6825 euro) con il consigliere delegato Giuseppe Castagna che si è detto fiducioso in merito al prossimo aumento di capitale da 500 milioni che piazza Meda effettuerà tra fine aprile e inizio maggio. Segno più per Intesa SanPaolo (+0,98% a 2,262 euro) e meno per Mediobanca (-0,51% a 7,785 euro).
Enel è avanzata dello 0,34% a 4,10 euro con gli analisti di Deutsche Bank che hanno analizzato il piano industriale che prevede investimenti da 25,7 miliardi di euro previsto entro il 2018 e un tasso di crescita annuo dell´utile netto del 10%. Tuttavia gli esperti vedono un rischio su questi utili nel caso in cui il management non riesca a portare a termine il programma di acquisto delle minority in corso.
Il piano è quello di investire 9,7 miliardi di euro tra acquisto delle minoranze e acquisizioni, finanziato da 6 miliardi di cessioni e free cash flow. A detta di Deutsche Bank questa è una strategia interessante ma non facile da portare avanti. Non si è arrestato il trend ribassista di Pirelli che ha lasciato sul parterre il 2,11% a 11,11 euro.
Debole Snam (-0,62% a 4,174 euro) dopo la presentazione del piano strategico 2014.2017 da cui è emerso un piano di investimenti in Italia nel quadriennio da 6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi nel 2014. Il piano prevede un incremento della lunghezza della rete di trasporto di circa 1.000 km e un incremento della potenza installata nelle centrali di compressione di circa 130 megawatt.
Yoox è rimbalzata dopo la deludente performance di ieri. Il titolo, dopo aver lasciato sul parterre oltre 3 punti percentuali, oggi è salito dello 0,21% a 28,19 euro. Ieri a pesare sull´andamento di Yoox il taglio delle stime sui margini per il 2014 e il 2015 deciso dalla concorrente britannica Asos, che ha inoltre visto la crescita dei ricavi rallentare a +26% nei primi due mesi del 2014 rispetto al +38% medio degli ultimi quattro mesi del 2013
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Titolo | Prezzo | % |
---|---|---|
0.534000 | +18.67 | |
0.414900 | +9.73 | |
1.488000 | +8.53 | |
0.413500 | +8.53 | |
86.550000 | +7.05 |
Titolo | Prezzo | % |
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0.347900 | -7.60 | |
0.001600 | -5.88 | |
0.415000 | -4.95 | |
0.119400 | -4.78 | |
7.530000 | -3.46 |
Titolo | Prezzo | % |
---|---|---|
0.078600 | +2.61 | |
0.001600 | -5.88 | |
0.042200 | -0.24 | |
0.820000 | +5.87 | |
0.347900 | -7.60 |