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LA POLITICA DELLA MERKEL HA DISTRUTTO L'EURO


La moneta unica europea sembra vicina a spezzarsi: l'austerità imposta dalla Germania ci sta soffocando.Dalla Francia alla Grecia i popoli si stanno ribellando al rigore

 L’EURO RISCHIA davvero di non esistere più. L’area della moneta unica schiacciata ormai con evidenza dal peso del rigore voluto dalla Merkel non è mai stata così vicina a frantumarsi come in questo momento.

NELL’EUROGRUPPO la tensione è altissima, e la Grecia può innescare la fine dell’intera zona euro. D'altronde i Paesi europei ormai non riescono più a reggere il peso del rigore e il buio totale sul futuro.

E LA SITUAZIONE è la stessa in gran parte d’Europa. In Grecia sono stati massacrati i partiti che si erano uniti nel governo voluto dalla Merkel, ed oggi è sempre più  probabile che il fallimento di ogni trattativa per la formazione di un nuovo governo porterà la Grecia all’uscita dall’euro.

LA STESSA COSA si è verificata nelle amministrative italiane dove sono stati puniti duramente, tutti i partiti che hanno sostenuto il governo  Monti, servo del rigore voluto dalla Merkel.

IN FRANCIA hanno fatto uscire di scena Sakozy e il nuovo presidente  Hollande è intenzionato a rimettere in discussione il fiscal compact che incombe minaccioso su tutta Europa. In Olanda il premier Mark Rutte non ha ottenuto nessuna  maggioranza parlamentare sull’approvazione delle misure di austerità imposte dalla Merkel.

A SETTEMBRE ci saranno le votazioni che con estrema probabilità saranno a favore della destra no-euro. In Irlanda si voterà il 31 maggio per il referendum sul fiscal compact, e ancora una volta l’area dell’euro potrebbe essere messa a rischio dalla scelta di quel Paese. E le stesse elezioni tedesche sono state una durissima punizione per la Merkel.
  
IL BENEFICIO apportato dall’euro è stato inizialmente quello di stabilizzare le economie europee, di tenere un’inflazione bassa, che effettivamente  per dieci anni è stata mediamente del 2%, abbassare il costo del denaro, in modo che tutti potessero accedere a finanziamenti. Ha rappresentato un beneficio per le imprese che dovevano fare investimenti.

STABILITÀ, inflazione bassa, denaro a disposizione di tutti a basso costo e quindi competitività aumentata, Pil in crescita. Queste erano le promesse dell’euro, ma poi qualcosa si è rotto. Oggi non esiste più stabilità, l’inflazione è aumentata, il costo del denaro è aumentato, la sua disponibilità si è ridotta fino alla scomparsa. E tale fallimento è stato aggravato dalle politiche di rigore dell’eurozona, che più vengono applicate, più peggiorano la situazione.

 E OGGI ANCHE economisti che erano a favore dell’euro rivedono le loro posizioni. Soltanto delle svolte radicali in politica economica possono blindare la convenienza dell’Italia a restare nell’eurozona. Al contrario sarebbero più numerosi gli svantaggi dei vantaggi. E come sottolinea il professor Savona, la svolta deve evitare qualsiasi ricetta di inasprimento fiscale.

E L’IDEA DI UNA PATRIMONIALE tanto cara al Pd e alla sinistra italiana sarebbe “l’ultima eresia prima del completo suicidio della politica e dei tecnici”. L’unica cosa positiva è che sia la Merkel che il rigore imposto dai tedeschi oggi in Europa sono in netta minoranza.

QUINDI LA POLITICA dell’eurozona potrebbe essere ribaltata. In Francia c’è un governo forte per farlo, in Italia servirebbe un governo vero, la Spagna non si tirerebbe indietro, Olanda e Irlanda farebbero il loro. Ma se davvero si vuole salvare l’euro, la prima cosa da fare è eliminare il peso tedesco che lo sta distruggendo.
 Luigi Ruggero – professionefinanza.com