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IL PUNTO SULLA CRISI


INCREDIBILE MA VERO: siamo ancora alle prese con a crisi! La zona euro è sull'orlo del disastro economico, la disoccupazione raggiunge livelli d’allarme in molti paesi d’Europa,  gli investitori continuano a chiedere un intervento incisivo delle banche centrali e il settore finanziario degli Stati Uniti non sembra in grado di avvicinarsi al suo antico splendore.

IL QUINTO anniversario dall'inizio della crisi cade in un momento in cui il mondo è ancora impantanato in quella stessa situazione, mentre gli osservatori continuano ad abbozzare scenari, cercando di prevedere quali saranno le prossime fasi della crisi…

9 AGOSTO 2007: è l’inizio dell’apocalisse.
BNP Paribas congelava tutti i prelievi sui numerosi fondi investiti in un segmento del mercato immobiliare americano il cui nome sarebbe diventato famoso: quello dei subprime.

LA CRISI ERA LATENTE. Per alcuni analisti, infatti, avrebbe avuto origine molto prima. Nel 2004 l'allora capo della Federal Reserve, Alan Greenspan, abbassa il tasso di interesse, portandolo all'1% (dal 7% nel periodo 2000-2001). La  Banca Centrale degli Stati Uniti (Fed) non aveva mai così  massicciamente attivato le sue linee di credito; con tassi così bassi le famiglie americane si indebitano oltre le proprie capacità di rimborso. Nel 2006 si registrano $ 640 miliardi di questi famosi prestiti "subprime".

E’ PROPRIO A QUESTO PUNTO che alcuni analisti e investitori cominciano o intravedere segnali di un indebolimento del mercato dei mutui e la negligenza di alcuni istituti nei confronti della situazione finanziaria dei mutuatari.

NEL 2007, i segnali di allarme aumentano: nel mese di febbraio, HSBC avverte che il tasso dei prestiti in sofferenza negli Stati Uniti è superiore del 20% rispetto alle proprie stime. Nel mese di marzo, New Century Financial non può più concedere prestiti mentre a giugno la banca di investimenti Bear Stearns deve concedere 3,2 miliardi di dollari ad uno dei suoi hedge fund, minacciato dalle sue posizioni nei subprimes.

IL MESE SEGUENTE altri due fondi di Bear Stearns perdono il 90% del loro patrimonio, costituito da titoli di debito subprime classificati ancora AAA. Ai primi di agosto, un altro istituto specializzato in mutui ipotecari, American Home Mortgage, dichiara la bancarotta.

VI SONO TUTTE LE CONDIZIONI perché scoppi il panico. Le banche si fanno particolarmente sospettose, le une verso le altre, e il mercato del credito interbancario si ferma improvvisamente perché gli istituti smettono di prestarsi a vicenda.

CONTAMINATA DALLA CRISI SUBPRIME, le banche accusano pesanti perdite nel 2008. Il 17 febbraio, la banca britannica Northern Rock vien privatizzata per evitarne il fallimento. Altre non vengono salvate. Nel settembre 2008, uno dei più grandi istituti bancari internazionali, il gigante statunitense Lehman Brothers fa bancarotta. Fino a pochi giorni prima del fallimento, i titoli emessi dalla banca beneficiavano ancora della Tripla A (il massimo voto) prima di essere declassati...ormai troppo tardi. E’ l’epicentro della crisi finanziaria: l'evento sconvolge a tal punto che aumentano i timori di un ritorno alla situazione verificatasi negli anni Trenta.

STATI, BANCHE CENTRALI E ISTITUZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI si mettono in moto per salvare le banche. Francia, Belgio e Lussemburgo si mobilitano per provare a salvare Dexia, che finirà per essere smantellata tre anni dopo.

DOPO IL COLLASSO BANCARIO e un’economia in frenata, è il turno degli stati sovrani. In Europa, la minaccia incombe su Grecia e Irlanda, la cui gestione è la più rischiosa. Nel mese di ottobre, il primo ministro greco George Papandreou alza la previsione del deficit pubblico del paese per il 2009 al 12,7% del PIL (contro il 6% inizialmente previsto), smascherando una frode contabile di enormi dimensioni, e che avrebbe innescato la tragedia. Nel mese di dicembre, le agenzie di rating declassano il rating del Paese, che rischia il deafult.

GLI STATI SI PRECIPITANO a soccorrere le banche. I debiti dei paesi sono infettati dalla crisi. Il 2 maggio 2010, i leader UE decidono un primo piano di salvataggio per Atene, pari a 110 miliardi di euro, in cambio del quale vengonoo imposte draconiane misure di rigore.

NEL MESE DI OTTOBRE 2010 tocca all'Irlanda, che beneficia di prestiti che vanno dagli 80 ai 90 miliardi di euro.

Il 5 AGOSTO 2011, l'agenzia di rating Standard & Poor’s declassa per la prima volta nella storia il rating degli Stati Uniti
:  il Paese perde la sua preziosa AAA e passa ad AA +. Nel gennaio 2012, nove paesi della zona euro subiscono la stessa sorte, colpite dalla mannaia delle agenzie.

IN TUTTA EUROPA, l'austerità diventa la regola. Nel mese di ottobre 2011, nasce il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF).
  In Grecia, il paese più colpito dalla zona euro, diverse manifestazioni degenerano  in scontri e manifestazioni di piazza. Il 23 febbraio 2011, il popolo  organizza uno sciopero generale contro le misure "lacrime e sangue" imposte dal governo.

SI SUCCEDONO I VERTICI EUROPEI dell'ultima chance
,  mentre mercati e investitori continuano a speculare sulle debolezze di paesi come Grecia e Irlanda. Le voci di una uscita di Atene dall'area dell'euro si intensificano.e, dopo l'elezione di Francois Hollande, le posizioni dell'asse franco-tedesco sul tema appaiono sempre più divergenti.

SPAGNA E ITALIA SONO OGGI NEL MIRINO: il paese del premier Rajoy ha già ricevuto 100 miliardi di euro per la ricapitalizzazione del proprio settore bancario mentre l’Italia si è inabissata in una nuova recessione.

LA CRISI GLOBALE è scoppiata esattamente cinque anni fa. Da allora fino ad oggi, i pilastri del capitalismo finanziario sono stati scossi al punto che molti esperti non esitano a parlare di un "collasso" del sistema.

IN AMERICA, nonostante il massiccio intervento dello Stato federale, l'economia  ha subito il peso della recessione: oggi si intravedono timidi segnali di ripresa, ma il problema della disoccupazione rimane irrisolto.

IN EUROPA, la crisi del debito e quella dell'euro non sembrano essere state arginate. Non possiamo dire che nulla sia stato fatto, o che quanto sinora fatto sia stato del tutto inutile. Ma la strada è decisamente in salita...Dobbiamo preparaci al sesto anniversario?
Fonte: professionefinanza.com

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